A COMPLETE UNKNOWN

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A COMPLETE UNKNOWN

un film di James Mangold
con Timothée Chalamet, Edward Norton, Elle Fanning, Monica Barbaro
sceneggiatura: James Mangold, Jay Cocks, Elijah Wald
fotografia: Phedon Papamichael
montaggio: Andrew Buckland, Scott Morris  ● musiche: Bob Dylan, Buck Sanders
produzione: Veritas Entertainment, Searchlight Pictures, The Picture Company, Range Media Partners
distribuzione: The Walt Disney Company Italia
Stati Uniti, 2024 ● 141 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

dopo Walk the Line sulla vita di Johnny Cash, James Mangold torna con un’opera incentrata questa volta sulla leggendaria figura di Bob Dylan, scegliendo la strada di un film corale che, raccontando il significativo episodio della sua dirompente performance al Newport Folk Festival, ci mostra il rapporto del giovane artista con le persone che più hanno determinato il suo percorso nei primi anni ’60.

venerdì 31 Gennaio
14:40

venerdì 31 Gennaio
18:50

sabato 1 Febbraio
11:00

sabato 1 Febbraio
21:10

domenica 2 Febbraio
18:50

lunedì 3 Febbraio
17:00

martedì 4 Febbraio
21:30

mercoledì 5 Febbraio
12:00

mercoledì 5 Febbraio
16:40

Un giovane Bob Dylan sconvolge la scena della musica folk quando collega la sua chitarra elettrica al Newport Folk Festival nel 1965.

«Non volevo trasformare Bob Dylan in un personaggio semplice con una cosa semplice da svelare, e che alla fine ti fa dire: “Ah, ora ho chi è”. Non credo sia possibile, dopo averlo conosciuto. Penso anche che sia abbastanza chiaro che ha passato la maggior parte della sua vita a cercare di evitare tutto questo. Quindi il mio ruolo di drammaturgo diventa quello di non cadere in questa trappola…» (James Mangold)

«James Mangold e Jay Cocks (sceneggiatore scorsesiano) hanno potuto lavorare con un ampio repertorio musicale, oltre quaranta canzoni registrate dal vivo da Chalamet, pescate in un periodo relativamente breve nel percorso artistico di Dylan, dal 1961 al 1965. Sullo sfondo si susseguono i giorni convulsi della storia americana, che entrano con la sordina televisiva nello spazio creativo di Dylan, come se non lo riguardassero, e poi ne escono trasmutati dall’atto poetico che li volge in tracce dell’umano. Le proteste contro la guerra in Vietnam, l’omicidio Kennedy, la crisi dei missili di Cuba (che riecheggia sinistra in A Hard Rain’s a-Gonna Fall), la marcia su Selma, vengono riproposti per quello che sono ormai diventate, immagini in bianco e nero, fantasmi che aleggiano nell’inconscio collettivo della nazione. Dylan si muove accanto agli eventi, di fianco al presente, quasi schivandolo, proteso verso quel tempo conosciuto solo ai poeti.» (Gianluca Arnone, Cinematografo.it)