
A REAL PAIN
un film di Jesse Eisenberg
con Kieran Culkin, Jesse Eisenberg, Olha Bosova
sceneggiatura: Jesse Eisenberg ● fotografia: Michał Dymek
montaggio: Robert Nassau ● musiche: Fryderyk Chopin
produzione: Topic Studios
distribuzione: Searchlight Pictures
Stati Uniti, Polonia, 2024 ● 90 minuti
v.o. inglese, polacco con sottotitoli in italiano
2025 Oscar: nomination per miglior sceneggiatura originale e attore non protagonista
BAFTA: premio per miglior sceneggiatura e attore non protagonista
Golden Globes: premio per il miglior attore non protagonista in una commedia
2025 Academy Awards: Miglior attore non protagonista

Tenero, irresistibile, commovente e divertente: A real pain rappresenta un equilibrio magico di umori e sentimenti, dove il peso e l’eredità della Storia si confronta con le dinamiche intime e personali di due cugini, unici e universali.
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David e Benji, due cugini diversissimi tra loro, si ritrovano all’aeroporto. Il primo vive a Brooklyn, è sposato e ha un figlio. Il secondo è uno spirito più libero dal carattere imprevedibile. Nati a tre settimane di distanza, sono stati molto legati durante l’infanzia, poi la loro vita ha preso delle strade divergenti. Hanno così deciso di partire per la Polonia per onorare la loro amata nonna Dory scomparsa da poco e connettersi con la sua storia passata. Giunti sul posto, si uniscono a un gruppo per un tour turistico di cui fanno parte un gruppo di persone che hanno un legame o un trauma legati alla ebraicità: i nonni di Marcia sono fuggiti dall’Olocausto, Mark e Diane hanno origini ebraiche-polacche ed Eloge è sfuggito al genocidio in Ruanda e si è convertito al giudaismo in Canada. La loro guida James invece sta cercando di fare al meglio il suo lavoro. Nel corso del viaggio, tra imprevisti e situazioni tragicomiche, riemergono le tensioni del passato della loro storia familiare.
«Mi sono sempre interessato alla Polonia. La mia famiglia è originaria di lì. Ero molto legato alla zia di mio padre, che è nata nel 1912 ed è rimasta in Polonia fino all’età di 9 anni. Mi raccontava sempre di come avesse un rapporto meraviglioso con i polacchi. Era un po’ in contrasto con le cose che avevo sentito da piccolo sui rapporti tra polacchi ed ebrei. Mi interessava molto esplorare questo aspetto nella prima opera teatrale che ho scritto, che si chiamava The Revisionist e aveva come protagonista Vanessa Redgrave, il cui personaggio era basato sulla mia cugina sopravvissuta alla guerra. Ho pensato molto a come sia possibile conciliare la sofferenza per i propri piccoli problemi quando si viene da un trauma globale di due generazioni prima. L’altro aspetto è che volevo davvero fare un film in Polonia. Ho pensato di scrivere esattamente quello che avrei voluto fare, e di fare un tour in tutte le città in cui volevo andare.» (Jesse Eisenberg)
«Jesse Eisenberg cesella il suo secondo straordinario film da regista, regalandoci un’opera ispiratissima nonostante la spigolosità del tema e l’inflazionamento cinematografico a cui la shoah è ancora sottoposta. Attraverso il difficile confronto tra l’esuberante Benji – ed il suo armamentario di canne, vestiti da fricchettone e continue pacche sulle spalle a tutti – e il ben più rigido David, l’attore e regista statunitense riesce con sorprendente naturalezza a raccontare una storia che, in miracoloso equilibrio tra particolare ed universale, riflette sulla subdola natura di un dolore che, surrettiziamente e subdolamente, colpisce anche individui dall’animo all’apparenza conciliato. Prendendo spunto da una vicenda ascrivibile alla sua biografia e servendosi delle riconoscibili strutture della commedia indie e dell’on the road morale, Eisenberg in A Real Pain si muove quindi con intelligente libertà nei territori dell’emotività pura – la confessione di David al tavolo con gli altri partecipanti del tour organizzato – e in quelli di certa ironia yiddish – le pietre lasciate dai due protagonisti davanti la casa della nonna ma fatte togliere dal burbero dirimpettaio polacco.» (Mario Turco, Sentieri Selvaggi)