ALL’ARIA STU GIOIA – L’UOMO VIVO

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ALL’ARIA STU GIOIA
L’uomo Vivo

un film di FRANCESCO DI MARTINO
con L’Associazione Portatori di Gioia, Peppe Zisa, Franco Riccotti La Rocca, Angelo Fiorella
Claudio Rinzo e la straordinaria partecipazione di Vinicio Capossela
soggetto: FRANCESCO DI MARTINO ● fotografia: FRANCESCO DI MARTINO
montaggio: FRANCESCO DI MARTINO
musiche: PIETRO SCARDINO, DAVIDE DI ROSOLINI,
ANDREA CALABRESE, VINICIO CAPOSSELA
produzione: FrameOff
distribuzione: FRANCESCO DI MARTINO
Italia, 2022 ● 66 minuti

v.o. italiano

proiezione speciale, giovedì 18 aprile, ore 20
in sala il regista Francesco Di Martino

Scicli, Sicilia, a 33 giorni alla domenica di Pasqua gli abitanti si preparano a celebrare la festa. “L’Uomo Vivo, il Gioia”: parole che gli sciclitani usano per invocare il Cristo Risorto un’esplosione di gioia, un inno scatenato alla Vita, un movimento sfrenato di corpi che si accendono di una vitalità quasi primigenia. È simbolicamente una vittoria eroica che l’uomo si è preso nei confronti della Morte. È un invito a celebrare la Vita.

Scicli, piccolo gioiello barocco nel sud della Sicilia, famosa al grande pubblico quale set cinematografico della serie TV “Il Commissario Montalbano”. Mancano 33 giorni alla domenica di Pasqua e gli abitanti si preparano a celebrare la festa. “L’Uomo Vivo, il Gioia”: parole che gli sciclitani usano per invocare il Cristo Risorto, un simbolo ormai parte dell’identità comunitaria. Si tratta di una statua settencentesca, realizzata dallo scultore Benedetto Civiletto. Peppe, Franco, Angelo e Claudio sono quattro portatori del Gioia, la cui amicizia è nata proprio sotto la “Vara”. Possono essere considerati l’emblema dei portatori, cioè vite ordinarie e semplici che si incontrano per una passione comune, il Gioia, che ogni giorno è l’argomento principale delle loro discussioni. Peppe lavora il marmo, Franco è un rappresentante commerciale, Angelo fa il contadino nell’azienda di famiglia e infine Claudio è un camionista che viaggia in tutta l’Italia. Il film segue la loro quotidianità circa un mese prima delle festività pasquali, mostrando la preparazione della festa e gli incontri che precedono il grande giorno.

«Una sera mi trovavo a Scicli in occasione della Pasqua, festività intrisa di elementi pagani, testimoni di un sud arcaico che sopravvive allo scorrere inesorabile del tempo. Improvvisamente ho visto un’immagine straordinaria: la statua del Cristo Risorto, chiamata “il Gioia”, trasportata da un gruppo di uomini, cioè i “portatori del Gioia” che uscivano di corsa dalla chiesa del Carmine. Sembrava che il Gioia corresse sopra la folla, che a sua volta inseguiva il Cristo; allora, incuriosito dal fervore della gente, ho inziato anch’io a rincorrerla. La sensazione che ho provato è stata quella di essere magicamente catapultato in una pericolosa corsa di tori in Spagna: da quel momento ho iniziato a partecipare annualmente al rito pasquale. L’anno dopo feci la stessa cosa, ma con l’obiettivo di filmare la festa. Fu così che venni notato da uno dei portatori, Peppe, che mi chiese perché stessi filmando. Insieme a lui conobbi Franco, Angelo e Claudio, che scoprii essere uniti da un’amicizia singolare nata sotto la “Vara”. Da allora ho inziato a filmare esclusivamente loro quattro, che sono diventati i protagonisti del mio film. Con il passare degli anni, interessandomi sempre di più alla loro vita quotidiana al di là della festa, abbiamo stretto una relazione.» (Francesco Di Martino)