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IN THE MOOD FOR LOVE
un film di Wong Kar-Wai
con Maggie Cheung, Tony Leung Chiu Wai, Lai Chen, Siu Ping-Lam, Rebecca Pan
sceneggiatura: Wong Kar-Wai ● fotografia: Mark Lee Ping-Bin, Christopher Doyle
montaggio: William Chang ● musiche: Mike Galasso
produzione: Block 2 Pictures in associazione con Paradis Films
distribuzione: Lucky Red
Hong Kong, 2000 ● 97 minuti
v.o. cinese con sottotitoli in italiano
2000 Festival di Cannes: miglior attore, Grand Prix tecnico
2001 Hong Kong Film Awards: miglior attore, miglior attrice,
miglior montaggio ● BAFTA: candidato a miglior film
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Dopo venticinque anni dalla presentazione a Cannes, torna in sala in versione restaurata il capolavoro di Wong Kar-wai, il regista di culto della nouvelle vague d’autore di Hong Kong. Una storia d’amour fou che non ha bisogno di sesso e arditezze per infiammare.
22:30
18:30
14:00
Hong Kong, 1962. Il signor Chow, caporedattore di un giornale, e la signora Chan, segretaria in un’agenzia di viaggi, si trasferiscono con i rispettivi coniugi in due appartamenti contigui. I due iniziano a trascorrere insieme il tempo libero e presto scoprono che i rispettivi consorti, spesso fuori casa per questioni lavorative, sono amanti. Desiderosi di comprendere le motivazioni del tradimento, Chow e Chan iniziano così a frequentarsi.
«In the Mood for Love non è tanto una storia d’amore, quanto una storia sulle condizioni in cui una vicenda sentimentale può svilupparsi. I protagonisti passano gradualmente dalla condizione iniziale di vittime, entrambi traditi dai rispettivi coniugi, a quella opposta di amanti. Non è quindi solo un film su una relazione extraconiugale, o sul matrimonio, ma sulle condizioni che un amore vive di momento in momento, con il passare del tempo. Non ho mostrato il volto dei coniugi per evitare un giudizio morale, altrimenti sarebbe diventato un altro film. Mi interessava esplorare le possibilità che ha l’amore di esistere e come per ogni individuo possano coesistere diverse posizioni rispetto all’amore, quella del tradito e quella del traditore.» (Wong Kar-Wai)
«Perché il film di Wong Kar-Wai – tra i registi più amati da Bertolucci e che nei suoi «maestri» mette Truffaut e Antonioni – è un magnifico gesto di cinema in una narrazione di immagini, che crea nella forma, nei colori, nei cromatismi emozionali degli abiti di Cheung e nella geometria di cravatte e completi di Leung, nella canzone che dice del loro destino un melodramma appassionato e minimale, l’amore nato sulla messinscena di un tradimento e di una felicità domestica, che poi diviene una relazione la cui potenza cresce tanto più è negata. […] Rivedere In The Mood for Love oggi, a distanza di vent’anni, non cambia niente del suo fascino e della sua invenzione, e non c’era modo più bello per tornare al cinema.» (Cristina Piccino, il Manifesto)