VIDEODROME

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VIDEODROME

un film di David Cronenberg
con James Woods, Deborah Harry, Sonja Smits
sceneggiatura: David Cronenberg ● fotografia: Mark Irwin
montaggio: Ronald Sanders ● musiche: Howard Shore
produzione: Canadian Film Development Corporation
distribuzione: Cineteca di Bologna
Canada, 1983 ● 89 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

1984 BIFFF: miglior film di fantascienza
Genie Awards: miglior regia

snodo centrale della fulgida filmografia del suo autore, parabola visiva di disturbante potenza e manifesto del cinema postmoderno: Videodrome è un’opera cardine degli anni ’80, capace di incanalare nei labirinti della sua trama le inquietudini di un’epoca e di preannunciare l’avvento di una nuova era tecnologica e umana.

Max Renn possiede una rete televisiva che cerca una sua collocazione nell’etere offrendo, come lui afferma, alla gente ciò che vuole vedere, cioè sesso e violenza. Quando un tecnico gli mostra una brevissima emissione di una sconosciuta emittente denominata Videodrome Max ne resta colpito. La violenza che vi viene mostrata è, secondo lui, simulata con grande verismo. Poter avere quei programmi sulla sua rete gli permetterebbe di avere finalmente un’audience ampia. Non sa che sta infilandosi in un tunnel di orrori che lo trasformeranno anche fisicamente.

«Non credo che il mio compito sia quello di essere un profeta. Ma accade che, grazie alla sensibilità che ciascun artista porta con sé in relazione a quanto lo circonda, sia inevitabile ogni tanto anticipare per puro caso alcune cose che risulteranno profetiche nel futuro. Diverse volte hanno provato a girare dei remake dei miei film, incluso Videodrome, e mi sono interrogato su che aspetto avrebbero potuto assumere determinati temi una volta attualizzati alla luce del nostro tempo. Cosa sarebbe oggi Videodrome? Non ne ho idea! Anche perché, in un modo o nell’altro, molto di quanto viene raccontato alla fine è successo. Non posso dire di avere profetizzato internet, ma la televisione interattiva di cui si parla nel film ne è una diretta anticipazione. E poi questa ossessione per diventare “virali” a tutti i costi: suona familiare, vero?» (David Cronenberg)

«Videodrome si colloca quasi come un’opera di evoluzione e collante tra la prima parte della filmografia cronenberghiana, quella dei ’70, quella forse più feroce e ruspante, e la futura contaminazione tra le derive splatter al servizio di speculazioni filosofiche sull’uomo e sul suo rapporto-connessione con la tecnologia, con il suo lato oscuro, con le sue perversioni idiosincratiche. Quello che maggiormente affascina non solo in Videodrome ma, in fondo, in tutta l’opera omnia e nella filosofia che la sottenda di David Cronenberg è il riuscire non solo a gestire in maniera magistrale i due binari principali che fungono da ossatura alle sue opere (un versante che possiamo chiamare “di genere” e un altro “filosofico-sociale”) ma la capacità di immergere le sue storie, i suoi incubi cyber-splatter-punk in un’ atmosfera, in un ambiente che catturano l’attenzione dello spettatore e lo immergono in un’apnea angosciante grazie a piccoli elementi sparsi qua e là magistralmente orchestrati con una sorta di procedimento vedo-non vedo di carattere narrativo.» (Alberto Decostanzi, Nocturno.it)