200 METRI

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200 METRI
200 meters

un film di Ameen Nayfeh
con Ali Suliman, Anna Unterberger, Motaz Malhees
sceneggiatura: Ameen Nayfeh ● fotografia: Elin Kirschfink
montaggio: Kamal El Mallakh ● musiche: Faraj Suleiman
produzione: Odeh Films
distribuzione: I Wonder Pictures
Palestina, Italia, Turchia, Svezia, 2020 ● 96 minuti

v.o. arabo, inglese, ebraico con sottotitoli in italiano

2020 Festival di Venezia – Giornate degli autori: premio del pubblico
Thessaloniki Film Festival: premio speciale della giuria
Middle East Now: miglior film

mercoledì 7 settembre ore 21.30: a seguire il film videochiacchiere con il regista
ospite in sala Layla Sit Aboha dei Giovani Palestinesi d’Italia

un semplice e paradossale incidente narrativo diventa la pietra angolare di un racconto diretto e teso, magistrale nel rendere una storia individuale specchio e riflesso di una crisi politica quanto umana. un nuovo tassello nel cinema palestinese che continua a interrogarci e scomodarci senza sacrificare il gusto essenziale del racconto e del cinema più universale.

Mustafa e sua moglie Salwa vivono in Palestina, in due paesi distanti solo duecento metri, ma divisi dalla barriera di separazione israeliana. Alla sera, quando tutto diventa buio, Mustafa accende una luce sul suo balcone per augurare la buonanotte alla moglie e ai figli che sono dall’altra parte e che, a loro volta, rispondono con un segnale. Quando però uno dei suoi figli è vittima di un incidente, all’uomo non resta che precipitarsi al checkpoint dove gli viene negato l’accesso, senza margine di trattativa. Disperato, chiede aiuto a un contrabbandiere per oltrepassare il muro: i duecento metri si trasformano in un’odissea di duecento chilometri, alla quale si uniscono altri viaggiatori determinati a superare e sconfiggere quella barriera.

«200 metri è la mia storia. È la storia di migliaia di palestinesi e, sicuramente, le storie possono cambiare la vita. (…) Qui, in Palestina, siamo abituati ad adattarci a nuove situazioni, a fare come viene detto e a camuffare i nostri sentimenti. Ma questo non dovrebbe essere più accettabile. La libertà di movimento è un diritto umano fondamentale che appare come una favola in una realtà così brutale. Il protagonista Mustafa ha obbedito alle regole, ha sopportato l’umiliazione e ha fatto come gli è stato detto per garantirsi una piccola possibilità di stare con la sua famiglia, ma quando quelle stesse regole che lo hanno alienato mettono in pericolo i suoi cari e il senso della paternità, potrà ancora obbedire?» (Ameen Nayfeh)

«200 Metri è un film che vive su un paradosso, una situazione così assurda che si stenta a credere sia possibile, ma che è vera, e che è la vita quotidiana di migliaia di persone. Anche a duecento metri l’uno dall’altro si è impossibilitati a vivere insieme, a potersi toccare, a vivere una vita come quella che dovrebbe vivere una famiglia normale, a condividere gli stessi spazi. In una parola, si è impossibilitati a poter dare un semplice ma essenziale bacio della buonanotte ai propri figli. (…) È una storia di vita quotidiana, quella di una famiglia qualunque, che però è eccezionale nel rappresentare, con semplicità, cosa accade da anni in Palestina. Per chi è appassionato della questione, ma anche per chi non la conosce e vuole saperne di più, è un film teso e appassionato, da non perdere.» (Maurizio Ermisino, Movieplayer.it)