AFTERSUN

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AFTERSUN

un film di Charlotte Wells
con Paul Mescal, Frankie Corio, Celia Rowlson-Hall, Kayleigh Coleman
sceneggiatura: Charlotte Wells ● fotografia: Gregory Oke
montaggio: Blair McClendon ● musiche: Oliver Coates
produzione: AZ Celtic Films, BBC Film
distribuzione: MUBI
Regno Unito, 2022 ● 102 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

2023, Premi oscar: nomination al miglior attore protagonista
BAFTA: miglior esordio britannico da regista, sceneggiatore o produttore
2022, British Independent Film Awards: miglio film inglese indipendente, regia,
sceneggiatura, fotografia, montaggio, supervisione musicale

Al suo esordio alla regia Charlotte Wells regala un’intensa diapositiva di famiglia tra le risate, il dolore e la tenerezza di un viaggio che si fa via via più significativo. Non un’operazione nostalgica ma un film pieno di amore e disperazione. Un film sul tempo e sulla memoria che il passare degli anni rende inattendibile. Una piccola storia privata che arriva a toccare questioni universali.

In un resort che ha visto giorni migliori, l’undicenne Sophie si gode i rari momenti che riesce a trascorrere con suo padre, l’idealista e amorevole Calum. Vent’anni dopo, il ricordo della loro ultima vacanza diventa un ritratto potente e straziante del loro rapporto.

«Questo film rappresenta un lungo viaggio. Ci sono voluti sette anni per la lavorazione ma rappresenta anche un processo di riflessione. In parte fa riferimento al rapporto con mio padre e, soprattutto, all’amore che c’era tra di noi. Ho attinto ai miei ricordi, agli aneddoti e ai dettagli della mia infanzia per creare il plot del film. All’inizio, i personaggi erano vagamente basati su me e mio padre, ma a un certo punto si sono evoluti in modo diverso. In qualche modo ricordare vuol dire riportare dei ricordi in primo piano e, contemporaneamento, spingere il dolore dietro le quinte. Qui ci sono dei sentimenti molto forti: il calore, l’intimità, l’amore. Questo processo di reinventare, reimmaginare e rivivere riporta tutto questo in primo piano» (Charlotte Wells)

«Un grande film di continue dissimulazioni che riflette sul peso traumatico della verità e che, anche per questo, si diverte a truccare costantemente le carte, a nascondere la sua vera natura, i suoi percorsi, come se fossero troppo complessi da gestire. Il film di Charlotte Wells si presenta dunque come un racconto di formazione a due voci dall’afflato generazionale, tutto pensato in sottrazione, retto dall’evidente chimica tra Paul Mescal e la piccola rivelazione Frankie Corio, ma Aftersun è soprattutto una lucida e sistematica riflessione sull’opacità dell’immagine cinematografica. (…) colpisce la lucidità con cui Charlotte Wells torna, coerentemente, ad una concezione “analogica” del rapporto tra verità e immagine: è vero solo ciò che si può vedere con gli occhi, ciò che si può testimoniare. Tutti guardano ciò che li circonda, da lontano oltre le serrature o le fessure (…). Ma forse è troppo tardi, forse la verità si può solo sfiorare. Anche le immagini “riattraversate” da Sophie sono intrinsecamente false perché distorte dal ricordo e non possono evitare di (…) ragionare della loro ambiguità. Charlotte Wells (…) chiude i due protagonisti in inquadrature strette, li isola come per proteggerli ma è un gesto che non può evitare un sentore di minaccia, come se in quei piani stretti bloccasse anche Callum, prigioniero di un modello genitoriale che non sente suo. (…) Aftersun è un film abissale, l’esordio di una regista straordinariamente consapevole delle spigolosità dello spazio in cui sta operando e pronta a raccontarlo senza filtri, esorbitando addirittura in un finale tanto “impossibile” quanto cinico che mostra, implacabile, tutta la caducità del fotogramma, quasi a rimarcare quanto la verità stia racchiusa in immagini mute e a non rimane che un ricordo condannato a sfiorire.» (Alessio Baronci, sentieriselvaggi.it)