ALIVE IN FRANCE

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ALIVE IN FRANCE

un film di Abel Ferrara
con Abel Ferrara, Anna Ferrara, Mia Bablalis, Joe Delia, Paul Hipp
fotografia: Emmanuel Gras ● montaggio: Fabio Nunziata
musiche: Abel Ferrara, Joe Delia, Paul Hipp
produzione: Bathysphere Productions
distribuzione: Mariposa Cinematografica
Francia, 2017 ● 79 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

70° Festival di Cannes: nomination per L’Oeil d’Or per il miglior documentario

insaziabile e indomabile, Abel Ferrara sforna un nuovo documentario: ma questa volta tutto il suo impeto è rivolto verso se stesso, in un autoritratto sincero e familiare guidato dalla musica del suo cinema e dall’amore per la propria famiglia.

Il grande regista Abel Ferrara ha segnato la storia del cinema con i suoi neo-noir provocatori e controversi, ma com’è la vita lontano dal set dell’eterno ‘bad boy’ di Hollywood? Alive in France è un autoritratto inaspettato e sincero che svela i retroscena meno noti della vita personale di un maestro del cinema. Un flusso di coscienza che racconta Ferrara nell’inedita veste di cantante e musicista, in un tour in cui si mescolano insieme le colonne sonore dei suoi film più importanti, le amicizie di vecchia data, i ricordi del passato trasgressivo e i nuovi affetti familiari.

«Suonare è per me il più grande atto spirituale che qualcuno possa fare e per quanto io non sia propriamente un musicista ho visto questa musica nascere, in alcuni casi ho attivamente partecipato alla sua creazione. E’ un film che nasce dall’incontro tra queste composizioni, i ricordi che esse provocano e il fatto di avere delle macchine da prese che le riprendono. Basta pensare che prima ancora di essere un film, “Il cattivo tenente” era una canzone. In fondo la musica è il vero respiro dell’arte.» (Abel Ferrara)

«È un film che trasuda complicità, Alive in France: un piccolo film, certo, almeno nel senso produttivo e di leggerezza degli strumenti di ripresa. Ma è anche una scheggia di vita filmata (e suonata) che rientra perfettamente nell’evoluzione della carriera del regista, perché lui no, non tornerà più a girare pellicole (ora poi che la pellicola non esiste quasi più) come Fratelli o The King of New York – domanda che sentiamo naturalmente rivolgere al regista da un giovane studente cinefilo -, perché non si può fermare, né a Roma, né a New York o a Parigi, continuerà a evolvere, a fare il cinema che desidera. E per il quale gli siamo sempre grati.» (Daria Pomponio, Quinlan.it)