Artists: Depression, Anxiety and Rage

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Artists: Depression, Anxiety and Rage

un film scritto, diretto e distribuito da Lydia Lunch e Jasmine Hirst
Stati Uniti, 2021 ● 65 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

serata speciale alla presenza di Lydia Lunch con performance dell’artista
biglietti in vendita su DICE

attenzione: per questo spettacolo i biglietti hanno una tariffa diversa dal solito:
intero € 15, FAB € 12. non è possibile usare gli abbonamenti.

a due anni dalla sua prima visita al Cinema Beltrade ritorna in sala Lydia Lunch, paladina prima della no wave musicale e poi icona tout court della musica underground, per un doppio spettacolo: una performance esclusiva e a seguire la proiezione del suo ultimo documentario, una raccolta di testimonianze nude ed essenziali sul potere terapeutico della creazione artistica.

Nel mondo, ogni 40 secondi qualcuno commette suicidio. Oltre 264 milioni di persone a livello globale soffrono di depressione e hanno disordini connessi all’ansia. La depressione può oltretutto manifestarsi tramite la rabbia. Lydia Lunch e Jasmine Hirst raccolgono le testimonianze di oltre venti artisti, cantautori e scrittori  su come la loro produzione e la loro attività artistica sia stata tanto effetto quanto cura per i personali disagi mentali e psicologici.

«Artists – Depression, Anxiety, and Rage è una grande espressione di fede: siamo convinti che, attraverso l’arte e un costante dialogo riguardo le nostre esperienze più oscure, non solo sia possibile guarire i personali demoni, ma anche aiutare i nostri cari a comprendere meglio quanti disagi e fatiche si siano affrontati nel proprio percorso umano. Con questo documentario, ci impegniamo nell’offrire speranza a chiunque soffra di depressione, ansia o rabbia e cerchiamo di far arrivare loro un messaggio chiaro: non siete soli. Molti di noi hanno una ostinata resistenza nel riconoscere l’amore e l’accettazione che ci vengono offerte ora, poiché queste ci furono negate da bambini. Tanto da artista quanto da essere umano spero di poter donare sollievo agli altri esponendo le mie personali ferite, nella speranza che si sentano meno soli. Perché non lo sono.» (Lydia Lunch)