ASTEROID CITY

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ASTEROID CITY

un film di Wes Anderson
con Jason Schwartzman, Scarlett Johannson, Tom Hanks
sceneggiatura: Wes Anderson, Roman Coppola ● fotografia: Robert D. Yeoman
montaggio: Barney Pilling ● musiche: Alexandre Desplat
produzione: Focus Features
distribuzione: Universal Pictures
Stati Uniti, 2023 ● 104 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

2023 Festival di Cannes: concorso

Infatuato del cinema di Elia Kazan e Wim Wenders, ammaliato dal fascino di Marilyn Monroe, Wes Anderson mette in scena il suo personale lockdown in mezzo a un deserto e lo fa con il suo sguardo eternamente attonito e sospeso. Ed è forse il film in cui “ha distillato all’essenza il suo stile e ne è uscita la sua opera migliore” (Paul Schrader)

Asteroid City, 1955. In un sito del deserto del Nevada, rinomato per il suo cratere dopo l’impatto di un asteroide gigante, si incontrano i destini di un reporter di guerra in lutto per la moglie, un’attrice che sa esistere soltanto nello sguardo degli altri, un nonno malinconico che prova a ‘raggiungere’ le nipotine, una scienziata sopraffatta dagli eventi e una varia umanità perduta in uno spazio troppo grande. Durante una convention di giovani scienziati in erba (la Junior Stargazer), confluiti nella cittadina turistica per presentare le loro invenzioni, un extraterrestre ‘cade’ dal cielo. Il governo degli Stati Uniti, allarmato dalla presenza aliena, mette tutti i convenuti in quarantena. Costretti in cattività, devono coabitare pazientemente, tessendo legami e varcando porte che conducono a una realtà in bianco e nero.

«La scrittura è la parte più improvvisata del lavoro perché non hai niente da cui partire, credo che avvenga in un modo che non puoi controllare. Quando abbiamo girato vigevano ancora i protocolli anti-Covid, ma il fatto di stare insieme in una bolla mi è piaciuto molto. Anche se giravamo nel deserto, era un deserto chiuso. Lavoravamo insieme, mangiavamo insieme in una lunga tavola. Ho apprezzato l’intimità, per il film ha funzionato (…) Sono legato alle vecchie tecniche. Il mio metodo di lavoro è più vicino ai film degli anni ’30 che a quelli contemporanei. L’atmosfera che voglio ottenere con gli attori influenza il film, anche se molto dipende da ciò che la storia ti chiede.» (Wes Anderson)

«Nel film, per usare una trita espressione moderna, ci sono vibrazioni gradevoli. È come se Anderson stesse riaccendendo la mente, interruttore dopo interruttore (…) Improvvisamente, i suoi vecchi vezzi sembrano di nuovo bene accetti: ecco, rinato, lo scopo del suo stile particolare (e a volte fastidioso). Questo strano oggetto brillante e (letteralmente) teatrale che coinvolge un extraterrestre è un film stranamente toccante. Nel migliore dei casi, Asteroid City richiama alla memoria le sensazioni che abbiamo provato vedendo per la prima volta un film di Wes Anderson, sorpresi e ammaliati dalla sua visione singolare della vita sulla Terra.» (Richard Lawson, Vanity Fair)