ASTRAKAN

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ASTRAKAN

un film di David Depesseville
con Mirko Giannini, Jehnny Beth, Bastien Boullon
sceneggiatura: David Depesseville ● fotografia: Simon Beaufils
montaggio: Martial Salomon
produzione: Tamara Films
Francia, 2022 ● 104 minuti

v.o. francese con sottotitoli in italiano

2022 Locarno film festival: in concorso

sabato 24 settembre proiezione speciale
in sala il regista, modera Daniela Persico (Locarno FF, Filmidee)

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tornano al beltrade le vie del cinema e quest’anno la sala si tinge di giallo e nero per accogliere i film provenienti dal Locarno Film Festival!

tra suggestione bressoniane e una latente tensione che si fonde alla nostalgia, un debutto di grande forza espressiva che abbandona le coordinate tipiche della narrazione per costruire un viaggio emotivo fatto di sospiri, silenzi e sguardi e restituisce i turbamenti della infanzia.

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Samuel è un orfano dodicenne dai modi selvatici che da qualche settimana è stato messo a balia da Marie. Quest’ultima, sposata con Clément e madre di due figli – Alexis e Dimitri –, si dibatte tra i propri sentimenti e il bisogno di soldi. Ben presto Samuel dovrà fare la conoscenza di questa nuova famiglia e scoprirne i segreti.

«Un resoconto impressionista di quel periodo – la preadolescenza – in cui si è in balia di un turbine costante di sensazioni. È proprio la potenza delle evocazioni a interessarmi. I bambini sono spesso ridotti al ruolo di veggenti, nel cinema. Qui è sollecitato tutto il corpo: l’intestino, l’epidermide, il respiro e perfino il cervello. Ho proceduto per archetipi o scene primitive: la prima uscita al cinema, la lezione sulla neve, la prima storia sentimentale, la fattoria, il latte… Tanti momenti e luoghi che continuano a risuonare per tutti e che cerco di trascinare da qualche parte altro. Parto da situazioni condivise, in cui introduco lievi perturbazioni: al cinema, Samuel viene picchiato; a lezione di neve sorprende il suo istruttore facendo l’amore… Costruisco così poco a poco una sorta di ex voto fatto di cose che possono sembrare disparate e che, comunque spero, finiscano con “fare il mondo” o “fare l’infanzia”.» (David Depesseville)

«Sebbene la storia ricordi universi cinematograficamente iper realisti quali quello dei fratelli Dardenne, il film se ne discosta mostrando a sprazzi un lato metaforico dai toni quasi barocchi, rappresentazione visiva del turbine emotivo che abita Samuel. Eppure la forza del film risiede proprio nell’aridità della messinscena, nei momenti in cui il viso del protagonista si impone davanti alla cinepresa in tutta la sua oscura semplicità, rivelando un universo interiore difficile da decifrare. […] Astrakan va ben oltre il resoconto preciso di quel periodo ambiguo e vortiginoso che è il passaggio dall’infanzia all’adolescenza facendosi carico di un tema molto delicato che è quello della pedofilia. Un tema filtrato attraverso lo sguardo di un preadolescente smarrito, occupato a sopravvivere ad un passato, ma anche ad un presente, che cerca con tutte le sue forze, in modo impacciato, di decodificare.» (Giorgia Del Don, cineuropa.org)