
BAD LUCK BANGING OR LOONY PORN ● VM 18
un film di Radu Jude
con Katia Pascariu, Claudia Ieremia, Olimpia Malai, Nicodim Ungureanu,
Alexandru Potocean, Andi Vasluianu
sceneggiatura: Radu Jude ● fotografia: Marius Panduru
montaggio: Catalin Cristutiu ● musiche: Jura Ferina, Pavao Miholjevic
produzione: Bord Cadre Films, Endorfilm, Kinorama
distribuzione: Lucky Red
Romania, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Croazia, 2021 ● 106 minuti
v.o. rumeno con sottotitoli in italiano – film vietato ai minori 18 anni
2021 Berlinale: Orso d’Oro
prenota il tuo posto, scrivi a prenota@cinemabeltrade.net

Il prolifico ed eclettico regista romeno torna con un film punk e irriverente che parte dal revenge porn per indagare tra le piaghe della società del suo Paese sia per quanto riguarda gli scheletri del passato e la deriva conservatrice e moralistica odierna.
Emi, un’insegnante gira per uso privato un video ad alto tasso di erotismo che però finisce su PornHub e viene scoperto dai suoi allievi. Viene immediatamente convocata l’assemblea dei genitori che debbono dare un parere dirimente sulla sua futura presenza nella scuola.
«Sono cresciuto con il cinema che riuscivo a vedere alla Cinematheque di Bucarest. Sono un discepolo del neorealismo italiano, con Roberto Rossellini come esempio che ho sempre tenuto in considerazione e che ha costituito la mia base cinematografica. La maniera di seguire la protagonista, alternando scene di finzione con la realtà, rientra perfettamente nella tradizione del neorealismo e della Nouvelle Vague. […] Dopo trent’anni dalla Rivoluzione e dalla fine della dittatura, siamo in democrazia e questo è quello che abbiamo fatto. Nel mio film l’ho voluto mostrare e dimostrare, la maniera quasi incivile con la quale trattiamo la nostra città, anche con una differenza di classe molto forte. L’individualismo acceso e sfrenato è un seme piantato da una società creata da noi stessi.» (Radu Jude)
«È un ilare e violento pamphlet, in forma di revenge movie, di un cineasta che ha deciso di alzare il livello di scontro con il suo paese. Il divin marchese raccomandava di abbattere gli idoli ridendo e Radu Jude sembra avere appreso la lezione a menadito. Adottando una libertà espressiva free form, nella quale s’intrecciano brandelli di post nouvelle vague, documentario (sui generis, ovviamente…), archivio e tracce di film saggio, Jude crea una forma cinema emergenziale, eppure straordinariamente compiuta, che si presenta come una delle poche “cose” nuove attualmente in circolazione. […] Raramente la sclerosi di un paese è stata messa in scena con maggiore ferocia satirica. La deriva conservatrice, nazionalista e populista dell’Europa dell’est trova nel tribunale improvvisato del film un atto d’accusa divertito e schiettamente comico: come se Radu Jude ci tenesse a rassicurarci che la situazione a casa sua è grave ma non seria. Senza contare che la dignità con la quale Emilia ribatte punto per punto alle accuse dei moralisti che le rimproverano i suoi exploit sessuali è assolutamente rigenerante.» (Giona A. Nazzaro, Film Tv)