BESTIARI, ERBARI, LAPIDARI
un film di Massimo d’Anolfi e Martina Parenti
sceneggiatura: Massimo D’Anolfi, Martina Parenti ● fotografia: Massimo D’Anolfi
montaggio: Massimo D’Anolfi, Martina Parenti ● musiche: Massimo Mariani
produzione: Montmorency Film con Rai Cinema
distribuzione: Istituto Luce
Italia, Svizzera, 2024 ● 206 minuti
v.o. inglese, tedesco e italiano con sottotitoli in italiano
2024 mostra del cinema di Venezia: Fuori Concorso
proiezione speciale mercoledì 16 ottobre ore 20.00
ospiti in sala i registi e Giulio Sangiorgio di Film Tv
Un documentario che è omaggio a tutti quei mondi animali, vegetali e minerali che costituiscono la parte più essenziale della nostra esistenza sulla terra, restando di fatto a noi alieni. I registi vanno ad instaurare un vero e proprio dialogo con quello che è l’oggetto della loro ricerca, attraverso un riverbero di associazioni libere che lasciano allo spettatore stesso il compito attivo di arricchire questa indagine con il proprio bagaglio di esperienze.
20:00
Bestiari, Erbari, Lapidari è un documentario “enciclopedia”, diviso in tre atti, ognuno dei quali tratta un singolo soggetto: gli animali, le piante, le pietre. Gli atti del film disegnano uno sviluppo drammaturgico unico, attraverso tre diversi dispositivi di messa in scena. Bestiari è un found-footage su come e perché il cinema ha ossessivamente rappresentato gli animali; Erbari invece, un documentario poetico d’osservazione dall’interno dell’Orto Botanico di Padova; Lapidari, infine, un film industriale ed emotivo sulla trasformazione della pietra in memoria collettiva. Bestiari, Erbari, Lapidari è un viaggio sentimentale tra cultura, scienza e arte del nostro vecchio continente.
«Bestiari, Erbari, Lapidari, nella sua totalità, procede come un film-saggio: la videocamera puntata su ciò che accade davanti ai nostri occhi e alle nostre orecchie. Il racconto ha una struttura narrativa che combina pensiero razionale ed emotivo. Crediamo che il nostro compito sia quello di “re-inventare” una visione e una rappresentazione del reale e cercare di instaurare relazioni vitali tra gli elementi che compongono le inquadrature dell’opera. A ogni spettatore il compito di arricchire il film con il proprio bagaglio di esperienze, interessi, letture o visioni cinematografiche.» (Massimo d’Anolfi e Martina Parenti)
«D’Anolfi e Parenti, come già nel Castello, in Materia oscura e in Guerra e pace, hanno una misura precisa di stile, mostrandoci come lo sguardo documentario possa essere vorace e al tempo stesso rispettosissimo, quasi pudico. Sanno lavorare sulle immagini senza mai prescindere da una continua interrogazione su come il cinema guarda e ha guardato il mondo, documentandolo e plasmandolo; E provano, con questo film, a sporgersi al di là di una prospettiva antropocentrica, senza mai rinnegare il valore della conoscenza e della Storia.» (Mariapaola Pierini, Cineforum)