
BULLET-BALLET
un film di Shin’ya Tsukamoto
con Shin’ya Tsukamoto, Kirina Mano, Tatsuya Nakamura, Takahiro Murase,
sceneggiatura: Shinya Tsukamoto ● fotografia: Shinya Tsukamoto
montaggio: Shin’ya Tsukamoto ● musiche: Chu Ishikawa
produzione: Kaijyu Theater
distribuzione: Cat People
Giappone, 1998 ● 87 minuti
v.o. giapponese con sottotitoli in italiano

Mescolando noir e nouvelle vague, il caos metropolitano e il crimine, lo sguardo di Tsukamoto si fa più clemente e narrativo: questa volta la perdita dell’innocenza e il disperato bisogno di autodeterminarsi non sfuggono alle dinamiche sociali e lo scenario della peggior Tokyo viene accettato come parte integrante di questo dolore. Il tunnel esistenziale non è meno cupo, ma in fondo c’è – forse – uno squarcio di luce.
23:50
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Goda è un uomo sconvolto dal suicidio della sua compagna. Incapace di comprenderne le ragioni e di accettarne la morte, diventa ossessionato dal voler possedere una pistola. Nell’affannosa ricerca dell’arma, viene fagocitato dai bassifondi della metropoli, popolati da bande e personaggi ambigui. Tra questi spicca Chisato, una giovane ragazza ribelle dipendente dalla speed.
«bla» (Shinya Tsukamoto)
«In Bullet Ballet l’uomo-macchina è stato sconfitto dalla società, deve affrontare il suicidio, non può che perdersi in una deriva umana che per Shinya Tsukamoto è sempre anche visionaria, elegia per una collettività smarrita, abbandonata a sé, in attesa di forgiare il proiettile con cui vuole togliersi la vita. A tre anni di distanza da Tokyo Fist il regista torna a ragionare sulla violenza e sull’asfissiante aria della capitale giapponese con una danza macabra in fogge (post)punk che mostra una volta di più l’uomo dominato da pulsioni di morte, di autoflagellazione, alla ricerca di una verità della carne sempre più difficile da esperire.» (Raffaele Meale, quinlan.it)