BUS 47
EL 47
un film di Marcel Barrena
con Eduard Fernández , Clara Segura, Zoe Bonafonte, Salva Reina e Oscar De La Fuente
sceneggiatura: Marcel Barrena, Alberto Marini ● fotografia: Isaac Vila Aec
montaggio: Nacho Ruiz Capillas ● musiche: Arnau Bataller
produzione: The Mediapro Studio, Televisió de Catalunya, RTVE, ICEC
distribuzione: Movies Inspired
Spagna, 2024 ● 110 minuti
v.o. spagnolo e catalano con sottotitoli in italiano

Marcel Barrena torna al cinema sociale, partendo dalla storia vera di Manolo Vital, autista di autobus e figura simbolo di Torre Baró, quartiere popolare di Barcellona: tra memoria, militanza e conflitti generazionali, Bus 47 trasforma un atto di disobbedienza civile in un racconto corale di identità, appartenenza e diritto alla città.
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Bus 47 è la storia vera e commovente di un uomo, un autobus e il destino di un quartiere. Stufo del fatto che il Comune di Barcellona sostenesse che il trasporto pubblico non potesse raggiungere il quartiere di Torre Baró perché le strade erano troppo strette e pericolose, Manolo Vital, uno dei residenti e autista di autobus della TMB, decise di dimostrare, al volante del “47”, che le autorità si sbagliavano.
«Ho avuto l’enorme fortuna che tutti i progetti in cui mi sono impegnato hanno significato molto per tante persone. “BUS 47”, in particolare, è stata una rivoluzione individuale e collettiva. Fin dal primo minuto ho sentito che le vele ci avrebbero portato lontano, perché stavamo facendo qualcosa di importante. E non solo per noi, ma per un intero quartiere. Le riprese sono l’esempio più chiaro di cosa sia il lavoro di gruppo. Il cinema è un’opera collettiva. Il seme può essere individuale, un’idea, ma la sua realizzazione è collettiva. (…) E questo spirito era presente durante le riprese, perché gli stessi residenti del quartiere hanno preso parte al film» (Marcel Barrena)
«Barrena dipinge il suo affresco dosando le tinte dell’ironia e i lampi della tragedia, cantando le ferite e insieme l’orgoglio di un territorio che afferma la sua dignità anche culturale (già tutta nel contrasto linguistico fra il catalano e i dialetti delle persone di Torre Baró). Lo sguardo politico non è mai retorico o didattico, ma pulsa dal basso e dall’interno del contesto narrato, fatto del confronto tra personaggi e punti di vista le cui contraddizioni, emozioni e scelte non sono mai disgiunti dalla Storia di cui sono figli e autori. E a cui, malgrado tutto, possono far mutare direzione. Una fermata alla volta.» (Emanuele Bucci, FRAMED Magazine)

