C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA

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C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA

un film di Sergio Leone
con Robert De Niro, James Woods, Elizabeth McGovern, Treat Williams,
Tuesday Weld, Joe Pesci, Burt Young
sceneggiatura: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli,
Franco Arcalli, Franco Ferrini, Sergio Leone ● fotografia: Tonino Delli Colli
montaggio: Nino Baragli ● musiche: Ennio Morricone
produzione: Embassy International Pictures, Pso International,
Rafran Cinematografica, Warner Bros., Wishbone
distribuzione: Lucky Red
Stati Uniti, Italia, 1984 ● 255 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

Il capolavoro di Sergio Leone torna al cinema in versione restaurata per i 40 anni dalla sua prima uscita in sala. Tratto da “The Hood”, autobiografia romanzata di Harry Grey, che ricordava i suoi trascorsi da gangster nell’America del proibizionismo, Leone realizza con questo suo ultimo film un’epica gangster che attraversa quasi cinquant’anni di storia americana, riscrivendo col suo sguardo inimitabile l’immaginario gangster, grazie anche a un cast di prim’ordine.

lunedì 28 Ottobre
13:50

martedì 29 Ottobre
20:00

Anni Venti: due ragazzini ebrei, Max e Noodles, iniziano la loro carriera nella malavita facendo piccoli traffici. Noodles, innamorato di Deborah, finisce in prigione e ne esce durante il proibizionismo. La banda continua a fare affari d’oro, ma a poco a poco tra Max e Noodles il rapporto si guasta. Un giorno, Max muore in uno scontro a fuoco e Noodles resta solo. Ma trent’anni dopo riceve una lettera…

«Credo si possa dire che è il più americano dei film italiani. Prima di tutto, perché io sono romano e un po’ napoletano. Ho fatto un bilancio della mia vita e di tutta la mia esperienza con quel film. In fin dei conti, è una biografia su due livelli: la mia vita personale e la mia vita da spettatore di cinema americano. Nel dopoguerra, non mi stancavo mai di vedere film. Il cinema era diventato la mia droga. Così, in C’era una volta in America, compaiono degli omaggi che avevo il dovere di fare. Come la scena della charlotte russa sulle scale. È un omaggio a Charlie Chaplin. Non ho imitato un suo film, non ho citato una sequenza girata da lui. È la semplice manifestazione dell’amore che nutro per lui. E mi permetto persino di credere che avrebbe potuto girare quella scena esattamente così…» (Sergio Leone)

«Tutto era cominciato con la lettura quasi per caso di “The Hood”, autobiografia romanzata di Harry Grey, che ricordava i suoi trascorsi da gangster nell’America del proibizionismo. I contorni nebulosi, come quelli di un sogno oppiaceo, si coloravano lentamente di un paesaggio umano e sociale, nonché di un contesto storico ben definito. […] Plasmando le coordinate del cinema gangster, Leone compie il saggio definitivo sui due fuochi intorno al quale è ruotata l’ellisse del suo cinema: il Tempo e il Mito. Un’epica gangster che attraversava quasi cinquant’anni di storia americana, ma che, soprattutto, rileggeva col suoi inimitabile sguardo un immaginario già assorbito come quello dei gangster. Una fiaba amorale che chiude la riflessione post-moderna di Leone sul cinema americano. Non per niente, il progetto successivo sarebbe stato di altro respiro, con una diversa impostazione: il racconto della resistenza di Leningrado durante l’assedio Nazista.» (Giuseppe Gangi, ondacinema.it)