Crimes of the Future

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Crimes of the Future

un film di David Cronenberg
con Viggo Mortensen, Léa Seydoux, Kristen Stewart, Scott Speedman, Tanaya Beatty
sceneggiatura: David Cronenberg ● fotografia: Douglas Koch
montaggio: Christopher Donaldson ● musiche: Howard Shore
produzione: Argonauts Productions
distribuzione: Lucky Red
Canada, Gran Bretagna, Grecia, 2022 ● 107 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

2022, festival di Cannes: concorso

David Cronenberg, dopo 8 anni dall’ultimo Maps to the Stars, torna al cinema con il film più atteso di Cannes 75. Un ritorno al sottogenere che l’ha reso grande, il body-horror, per trasformare un soggetto vecchio di due decenni chiamando il sodale Viggo Mortensen, Léa Seydoux e Kristen Stewart a una nuova manipolazione organica, a un inedito spettacolo che ci mette in guardia sul futuro. Un nuovo capitolo di una carriera che ha cambiato la storia del cinema e spostato in avanti i limiti dell’immaginazione umana.

L’artista Saul Tenser e la sua assistente Caprice eseguono performance di asportazione di nuovi organi di natura tumorale dal corpo dello stesso Tenser. Quando i due decidono di registrare il brevetto dei nuovi organi generati nel corpo dell’artista, il loro percorso incrocia quello di una setta dedita a mangiare plastica, già nel mirino delle forze dell’ordine dell’unità Nuovo Vizio.

«Ho scritto la sceneggiatura nel 1998, mi ero convinto che fosse irrilevante ai giorni nostri perché la tecnologia si evolve come si evolve la società. Ma il mio produttore mi disse: no, oggi è molto più rilevante! Non ho cambiato una parola della bozza originale. La condizione umana è il soggetto principale del mio cinema e di tutta l’arte. Credo nell’amore, nelle relazioni romantiche. Per me è fondamentale per vivere una vita davvero piena. Lo stesso vale per i miei film. Ogni film è una strana storia d’amore. O anche una normale storia d’amore. Qui mostro un artista che espone la parte più intima, più profonda di se stesso e la offre a un pubblico. E farlo ti rende incredibilmente vulnerabile: al rifiuto, alla rabbia, all’incomprensione. Questo è fondamentalmente l’archetipo di ciò che è un artista, un artista serio e appassionato.» (David Cronenberg)

«Un cinema sulla bellezza che racchiude l’attrazione, la sessualità, la metamorfosi, la carne, gli organi. Anche la mostruosità diventa forma di seduzione (…). Crimes of the Future, un progetto pensato da più di 20 anni (…), è la sintesi più radicale (oggi) del cinema di Cronenberg. La figura avvolta in un mantello di Viggo Mortensen rimanda a fantasy/horror lontani, dalle origini del cinema a quelli del futuro. Il suo personaggio (…) è un incrocio tra Dracula e la mosca cronenberghiana. (…) Come Andy Warhol, oggi Cronenberg è l’unico cineasta di cui si può dire che loro stessi sono la propria opera. Warhol lo faceva fisicamente. Cronenberg si serve invece delle sue tante identità, ancora della moltiplicazione dei suoi corpi che hanno attraversato oltre 50 anni di cinema. (…) Come tutto Cronenberg anche Crimes of the Future va assorbito, metabolizzato. Pezzo per pezzo, inquadratura per inquadratura. (…) È così denso, così indispensabile che dovrebbe essere visto come l’Empire State Building di Andy Warhol. Ogni immagine fermata. Non analizzata ma contemplata, goduta come puro piacere estetico e sensoriale (…). Crimes of the Future è film e corpo. Anzi più corpi, come quelli straordinari di Léa Seydoux e Kristen Stewart che possono aver abitato da sempre il cinema di Cronenberg. Quindi può scendere quella scala come nel finale del film di Billy Wilder. E restare immortale. Proprio come Crimes of the Future, che sarà uno dei film fondamentali dei prossimi 100 anni.» (Simone Emiliani, sentieriselvaggi.it)