DANCER IN THE DARK

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DANCER IN THE DARK

un film di Lars Von Trier
con Björk, Catherine Denevue, David Morse, Peter Stormare
sceneggiatura: Lars von Trier ● fotografia: Robby Müller
montaggio: François Gédigier, Molly Marlene Stensgård
musiche: Björk, Richard Rodgers, Thom Yorke
produzione: Zentropa
distribuzione: Movies Inspired
Danimarca, 2000 ● 140 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

2000, Festival di Cannes: Palma d’Oro e Miglior Attrice
European Film Award: miglior film e attrice protagonista

Ultimo capitolo della trilogia dei cuori puri, exploit imprevedibile nel regno del musical per il regista danese, prodotto di una travagliata eppure fertile collaborazione tra regista e attrice: “Dancer in the dark” compie 25 anni e rinnova la sua capacità di stravolgere ogni aspettativa, di ribaltare le regole cinematografiche e di elaborare un calvario umano di indicibile commozione.

lunedì 9 Giugno <250R>07:00

Immigrata negli Stati Uniti dalla Cecoslovacchia, Selma lavora alacremente, senza badare alla stanchezza, per racimolare il denaro sufficiente a far operare agli occhi Gene, il figlio adolescente, affetto dalla sua stessa malattia. I due abitano in una casa mobile sistemata nei pressi di quella di Bill, loro locatore, un poliziotto in bancarotta che un giorno ruba i risparmi destinati all’operazione…

«Se ti piace qualcosa, vuoi che questa continui a svilupparsi, a rivelarsi. Io adoro il cinema e penso che tutti i film che mi piacciono abbiano un po’ spinto le potenzialità del mezzo. È come quando ami una donna o un uomo o qualsiasi altra persona: vuoi che questa persona si sviluppi, non rimanga statica. Vuoi liberarla un po’. Mi piace pensare di fare questo con il cinema.» (Lars Von Trier)

«Von Trier fa di tutto per mostrare la violenza di un Paese in cui nessuno si ribella davvero alla macchina dello sfruttamento, ogni aspetto della vita è regolato solo dai soldi e che ha ancora oltretutto la pena capitale, quasi sempre inflitta a poveri cristi o persone senza possibilità economiche. La collisione tra genere cinematografico e contenuto è portata alla massima tensione concepibile e Dancer in the Dark è un pugno nello stomaco che costringe lo spettatore a ripensare la realtà sociale sapientemente celata nell’intrattenimento, un film contro l’imperialismo, una critica al capitalismo e al suo apparato ideologico illusorio e perciò repressivo.» (Elisa Battistini, Quinlan.it)