DESERTO ROSSO

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DESERTO ROSSO

un film di Michelangelo Antonioni
con Monica Vitti, Richard Harris, Carlo Chionetti
Xenia Valderi, Rita Renoir
sceneggiatura: Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra ● fotografia: Carlo Di Palma
montaggio: Eraldo Da Roma ● musiche: Giovanni Fusco
produzione: Film Duemila, Francoriz Production
distribuzione:  RTI Mediaset
Italia, 1964 ● 117 minuti

v.o. italiano

1964 Mostra del cinema di Venezia: Leone d’oro ● Nastri d’Argento: miglior fotografia

mercoledì 29 dicembre ore 20.30:
proiezione speciale in 35 mm

Leone d’oro nel 1964, capolavoro di Antonioni, un film che ha portato il neorealismo agli estremi. Monica Vitti incarna una donna sensuale che ama la vita moderna ma non riesce ad adattarvisi.

e anche per quest’anno è arrivato il momento della Maratona di Capodanno al Cinema Beltrade!
stavolta cambiano un po’ le regole: niente brindisi nè lenticchie per via delle restrizioni covid, ma solo abbuffate di ottimo cinema anche perchè: più film vedi più risparmi!
ed ecco il programma che ti abbiamo preparato, con un film che vi consigliamo di rivalutare, un film d’animazione dai 3 ai 101 anni, ben tre supercult restaurati (tra cui il nuovissimo Velluto Blu!), uno dei film più amati degli scorsi mesi qui al Beltrade e un piccolo gioiello on the (trail)road.

► DIABOLIK ➽ ore 10.30
► VERSI PERVERSI ➽ ore 12.50
► RE GRANCHIO ➽ ore 13.50
► DESERTO ROSSO ➽ ore 15.40
► SCOMPARTIMENTO N.6 ➽ ore 17.40
►THE FRENCH DISPATCH ➽ ore 19.40
► VELLUTO BLU ➽ ore 21.40
► FINO ALL’ULTIMO RESPIRO ➽ ore 0.10

Un incidente d’auto provoca in Giuliana uno choc che, aggravato dall’ambiente particolare in cui la professione del marito, ingegnere elettronico, la costringe a vivere, si tramuta in uno stato di nevrosi depressiva. Corrado, un amico del marito, si sente attratto verso la donna e tenta di aiutarla ad uscire dalla sua solitudine piena di incubi, intrecciando con lei una fuggevole ed amara relazione. Tale esperienza non fa che aggravare lo stato depressivo della donna che si vede inconsapevolmente ingannata anche dal suo figlioletto, il quale finge d’essere colpito da una grave malattia. Fallito il tentativo di porre fine violentemente alla propria esistenza senza scopo, Giuliana continuerà la sua vita in precario equilibrio tra rassegnazione e pazzia.

«L’universo con cui i personaggi del film entrano in conflitto non è quello delle fabbriche. Dietro alla trasformazione industriale ce n’è un’altra che riguarda lo spirito, la psicologia umana. Il nuovo modo di vita condiziona il comportamento sia di quelli che lavorano in fabbrica sia di quelli che, all’esterno, ne subiscono le ripercussioni. I personaggi de Il deserto rosso sono in stretto contatto con l’universo industriale. Giuliana, la protagonista è una nevrotica. E dove sfociano quasi tutte le nevrosi? In tentativi di suicidio. […] Giuliana è incapace di adattarsi alla nuova “tecnica” di vita e va in crisi, suo marito invece e contento della propria sorte.» (Michelangelo Antonioni)

«Proseguendo sulla strada intrapresa quattro anni prima con L’avventura e già in parte nel Il grido, di un cinema dell’alienazione, che mette in crisi i valori di un costume e di una morale non più corrispondenti alla nuova realtà umana e sociale creata dalla civiltà industriale e dal benessere, Antonioni giunge in questo film alla cristallizzazione degli elementi più vitali e originali delle opere precedenti a un manierismo di fattura che mina alla base il valore del discorso poetico. La protagonista Giuliana è come le precedenti eroine, insofferente della vita che conduce e incapace di superare i limiti di un’esistenza inutile. Il suo matrimonio è in crisi e non vale il rapporto amoroso con Corrado, l’eclisse dei sentimenti conduce inevitabilmente al deserto della vita. Il film porta alle estreme conseguenze, raggelando persone e situazioni in una contemplazione quasi disumana.» (Gianni Rondolino, Catalogo Bolaffi del cinema 1956/1965)