DOC FACTORY #3 A Norma + Ma’ + Fermate il tempo

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DOC FACTORY #3
A Norma + Ma’ +
Fermate il tempo

● A Norma ●

un film di Carlotta Cosmai, Pedro Pablo HdeO, Michela Zolfo, Maryam Shater
sceneggiatura e montaggio: arlotta Cosmai, Pedro Pablo HdeO, Michela Zolfo, Maryam Shater
fotografia: Pedro Pablo HdeO ● musiche: Francesca Mariano
produzione: Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti
Italia, 2023 ● 43 minuti

v.o. italiano

2023 Filmmaker Festival: sezione prospettive

● Ma’ ●

un film di Arianna Maria Casati, Jasna Camilla Rossi, Bianca Maria Thiebat
Sceneggiatura, Suono, Montaggio, Fotografia: A.M. Casati, J.C Rossi, B.M. Thiebat
musiche: Austin Bell, Cat Janice
produzione: Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti
Italia, 2024 ● 27 minuti

v.o. italiano

2024 Premio Libero Bizzarri – DOC Film Festival
Strano FF: concorso

● Fermate il tempo ●

un film di Davide Andrea Francesco Finocchiaro
sceneggiatura: Samuel Carbone, Kristian Picerno, Gaia Magni
fotografia: Simone Baiguini ● montaggio: Federico Molino, Giuseppe Aita
musiche: Lenno Ten Kate
produzione: Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti
Italia, 2024 ● 29 minuti

v.o. italiano

2024 Filmmaker Festival: sezione Prospettive

La Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti porta al Cinema Beltrade 11 documentari realizzati dai suoi giovani filmmaker. Una rassegna mensile che testimonia la vivacità di un genere che attraversa l’intera storia della Scuola e che continua a raccogliere riconoscimenti nei festival nazionali e internazionali. Un’occasione per scoprire sul grande schermo come le nuove generazioni interpretano il cinema del reale.

martedì 6 Maggio <770R>19:30

● A Norma ●

La ricerca di una “creatura favolosa” che si narra esistere nelle acque del lago di Como, ci porta a conoscere Norma, una donna che rappresenta un tabù nella società in cui viviamo. Ha così inizio un viaggio verso la decostruzione dei nostri desideri, aspettative e pregiudizi, in una riflessione sul concetto di femminilità. Il nostro immaginario si incontra e dialoga con la realtà e i ricordi di Norma: il passato in Perù, l’inizio del percorso di accettazione di sè, e la sua lunga trasformazione ancora in divenire.

«“a Norma” nasce dalla nostra relazione con Norma, cioè dal dialogo tra le nostre aspettative, rappresentate da un linguaggio immaginifico, e la sua realtà. La ricerca di una “creatura favolosa”, metafora delle nostre proiezioni (e pregiudizi) sui temi-tabù di questo film, incontra la quotidianità di Norma. Norma ci apre (letteralmente) la porta sulla sua vita, invitandoci in un percorso di graduale disvelamento di frammenti del suo passato-presente. Utilizzando uno sguardo “intimo”, abbiamo voluto restituire un ritratto di Norma, della sua trasformazione ancora in atto. Ciò che conta per noi è rappresentare la fluidità di un percorso, il “trans-”, cioè un passaggio oltre un termine, l’attraversamento, il mutamento da una condizione all’altra.» (Carlotta Cosmai, Pedro Pablo HdeO, Michela Zolfo, Maryam Shater)

● Ma’ ●

Tre mamme e i loro bambini allo specchio si confrontano sul loro rapporto. Chi sei tu senza di me? Chi sono io oltre a te? Attraverso il confronto fra tre donne e i loro bambini e bambine allo specchio, Ma’ ci accompagna in un viaggio intimo, gentile e leggero alla ricerca di risposte alle proprie domande interiori di figli. Uno spazio di riflessione aperto riguardo la propria identità, che non ha la pretesa di offrire certezze ma spunti liberi e delicati per indagare se stessi tornando per un attimo bambini di fronte a uno specchio.

«La sequenza iniziale si apre con alcune immagini di repertorio girate da una cineamatrice negli anni ’60, Silvana Piccardi, che ha documentato la sua vita famigliare con le figlie. Queste immagini fondono passato e presente, estraneo e personale, dando l’avvio alla ricerca di Ma’. La voce iniziale, che esprime la ricerca delle registe, avvia una riflessione silenziosa per lasciare agli spettatori la possibilità di identificarsi maggiormente. La scelta di utilizzare lo specchio come dispositivo filmico nasce invece dall’esigenza delle autrici di cercare risposte a domande interiori profonde. Lo specchio è un dispositivo attraverso cui riflettere sulla propria identità, anche rispetto al legame con le proprie madri. Allo stesso modo, madri e figli nel documentario si specchiano per indagarsi come individui, ma anche per scavare a fondo nel loro rapporto. I dialoghi con le madri sono stati ambientati nelle camerette dei loro figli, per poi affiancare madri e figlie solo in seguito, scoprendo così il loro rapporto. Nella sequenza finale infine, a testimonianza di una ricerca personale, le registe hanno innestato alcuni frammenti video della propria infanzia.» (Arianna Maria Casati-Jasna Camilla rossi-Bianca Maria Thiebat)

● Fermate il tempo ●

Un ragazzo, lo stesso regista del documentario, riflette sul suo gruppo di amici e sui cambiamenti che sono avvenuti tra di loro nel tempo. Affiatati e creativi, questi compagni di vita producono e compongono musica, ma si ritagliano anche dei momenti per condividere desideri e paure.

«L’idea iniziale era quella di tentare un ritratto generazionale di giovani della mia età, tra i 20 e i 25 anni. Ho abbandonato subito questa suggestione giudicandola pretenziosa e non attinente a quello che volevo fare, ovvero un ritratto intimista di persone normali che hanno difficoltà ed emozioni in cui tutti possono riconoscersi. Per fare questo è stato naturale scegliere i miei amici come oggetto di studio, e precisamente quello che al tempo era il mio migliore amico: Ludovico. Uso il passato perché solo a posteriori ho potuto capire che le quattro settimane di ripresa sono coincise con lo sgretolamento della nostra amicizia, tema che per necessità personali e documentariste ho deciso di aggiungere al documentario. Si sono create quindi due linee narrative, quella personale e partecipativa che raccontava questo “lutto” e quella più fredda e osservativa che descriveva loro in quanto ragazzi che provano ad emergere nel mondo della musica.» (Davide Andrea Francesco Finocchiaro)