
DOGVILLE
un film di Lars Von Trier
con Nicole Kidman, Stellan Skarsgård, Siobhan Fallon, Chloë Sevigny, Patricia Clarkson,
Jeremy Davies, Philip Baker Hall, Paul Bettany
sceneggiatura: Lars von Trier ● fotografia: Anthony Dod Mantle
montaggio: Molly Malene Stensgaard
produzione: 4 1/2, ALAN YOUNG PICTURES, CANAL+
distribuzione: Movies Inspired
Danimarca, 2003 ● 178 minuti
v.o. inglese, francese con sottotitoli in italiano
2003, Festival di Cannes: candidato alla Palma d’oro
2004, David di Donatello: miglior film europeo
European Film Award: miglior regia e miglior fotografia

Grazie a Movies Inspired torna insala, restaurato in 4k, Dogville, il film più sperimentale di Lars Von Trier. Dopo Le onde del destino, Idioti e Dancer in the dark, un’altra provocatoria parabola del regista danese sullo sfruttamento, l’avidità e la ferocia degli esseri umani.
21:40
La bellissima Grace, arriva nella remota cittadina di Dogville in fuga da una banda di gangster. Con l’incoraggiamento di Tom, il portavoce autoproclamato del paese, la piccola comunità accetta di nasconderla e, in cambio, Grace accetta di lavorare per loro. Tuttavia, quando inizia la ricerca, gli abitanti di Dogville chiedono un accordo migliore in cambio del rischio di darle rifugio, e Grace scopre a proprie spese che a Dogville la bontà è un concetto relativo. Ma Grace ha un segreto molto pericoloso… Dogville potrebbe pentirsi amaramente di aver cominciato a mostrare i denti.
«Mi auguro di deludere il pubblico. Alcuni dei film che più mi piacciono ora mi hanno deluso la prima volta che li ho visti. Significa soltanto che mi aspettavo qualcosa di diverso. Se il pubblico è aperto significa solo dare un’altra chance al film.» (Lars Von Trier)
«Dogville non è un film che lascia indifferenti. È un’opera con una base da piece teatrale (con evidenti riferimenti brechtiani) in cui Lars Von Trier gioca col montaggio e l’uso sapiente delle inquadrature. (…) un’opera pregna, un concentrato assoluto, ma soprattutto grande provocazione. (…) È un dardo scoccato sulle nostre coscienze, che ci fa interrogare se esista l’innocenza e se essa sia compatibile con la dura realtà, di cui l’America si presta a essere simbolo principale. In Dogville c’è un netto rifiuto del realismo della rappresentazione e una presa di posizione stilistica che si situa esattamente agli antipodi dei principi adottati dal regista ai tempi del Dogma. Eppure, nonostante questa palese tendenza all’astrazione e la volontà di mischiare le risorse del linguaggio cinematografico a quelle del teatro e della letteratura, il film riesce a coinvolgere ugualmente lo spettatore, a comunicargli emozioni e a farlo rispecchiare in un universo simbolico da cui trasuda una visione del mondo disperata. (…) Nicole Kidman è straordinaria, ma nelle tre ore di film anche i comprimari (un cast eccezionale, fra cui anche una meravigliosa Lauren Bacall) danno un contributo essenziale alla riuscita finale.» (taxidrivers.it)