
EDDINGTON
un film di Ari Aster
con Joaquin Phoenix, Emma Stone, Pedro Pascal, Deirdre O’Connell e Austin Butler
sceneggiatura: Ari Aster ● fotografia: Darius Khondji
montaggio: Lucian Johnston ● musiche: The Haxan Cloak, Daniel Pemberton
produzione: A24, 828 Productions, Square Peg
distribuzione: I Wonder Pictures
Stati Uniti, Finlandia, 2025 ● 148 minuti
v.o. inglese con sottotitoli in italiano
2025, Festival di Cannes: concorso
proiezione speciale venerdì 17 ottobre ore 20.40
ospite in sala il regista Ari Aster
alle 23.50 altra proiezione
al termine replica della chiacchiera con Ari Aster, prima… chissà (?!)

la nuova pellicola di Ari Aster è una commedia grottesca, satira tagliente e puntuale di tutte le paranoie e crisi che attraversano gli Stati Uniti contemporanei e non solo, spiazzante nel modo in cui solo il cinema di questo grande autore sa essere
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Maggio 2020. In una piccola cittadina del New Mexico, un acceso scontro tra lo sceriffo locale e il sindaco dà il via a una pericolosa escalation, trasformando Eddington in una polveriera pronta a esplodere. In un clima sempre più teso, i cittadini si ritrovano divisi gli uni contro gli altri in una spirale di diffidenza e paura.
«Volevo raccontare cosa si prova a vivere in un mondo in cui nessuno è più d’accordo su cosa sia reale. Ho scritto questo film in uno stato di paura e ansia. Negli ultimi vent’anni siamo entrati in un’epoca di iper-individualismo. Quello che una volta era il cuore delle democrazie liberali – un accordo comune su cosa sia il mondo – oggi è scomparso. E con il Covid, quel legame si è definitivamente spezzato. Stiamo vivendo un esperimento che non sta andando bene e nessuno sembra disposto a fermarlo» (Ari Aster)
«Lo straniamento e il grottesco da commedia nera che si respirano in Eddington rappresentano un’ulteriore evoluzione stilistica del suo regista (…). Eddington è un esperimento altrettanto rischioso, ugualmente libero. Prende strade impervie, si sgretola, divide. Un cinema che non vuole piacere è un cinema che palpita scegliendo di non sopravvivere, che supera il proprio tempo e sospende il giudizio mentre lo subisce, che mostra più di quanto voglia mostrare.» (Corrado Monina, Cinematographe.it)