
Foglie al vento
Kuolleet lehdet
un film di Aki Kaurismäki
con Alma Pöysti, Jussi Vatanen, Alina Tomnikov, Sakari Kuosmanen
sceneggiatura: Aki Kaurismäki ● fotografia: Timo Salminen
montaggio: Samu Heikkilä ● musiche: Pietu Korhonen
produzione: Sputnik, Oy Bufo Ab
distribuzione: Lucky Red in collaborazione con BIM distribuzioni
Finlandia, Germania, 2023 ● 81 minuti
v.o. finlandese con sottotitoli in italiano
2023 Festival di Cannes: Premio della Giuria

Aki Kaurismäki, con la sua consueta gentilezza sardonica che si rifà a Chaplin , ritorna sulla classe operaia finlandese al tempo del lavoro precario e della guerra in Ucraina, in un film che tra dialoghi minimalisti, estetica retrò e tragicommedia, si confronta con la contemporaneità in modo divertente, romantico e disilluso.
Due persone sole si incontrano per caso una notte a Helsinki. È l’ultima occasione per trovare il primo, unico e definitivo amore della loro vita. Il percorso è però intralciato dall’alcolismo di lui, dai numeri di telefono persi, dal non conoscere nomi o indirizzi reciproci e dalla tendenza generale della vita a porre ostacoli a chi cerca la propria felicità.
«Ho pensato che questo mondo insanguinato avesse bisogno di una storia d’amore ora, anche se non importa a nessuno ciò che facciamo. Non avrei potuto fare nessun film durante la guerra senza commentare in qualche modo, e così ho scelto di farlo usando la radio, perché non potevo fare nient’altro, eppure sentivo che dovevo dire qualcosa. Ho imparato alla fine degli anni Ottanta che se inserisci una notizia in un film, ne resterà memoria per sempre. Forse, tra qualche anno qualcuno vedrà Fallen Leaves e capirà quanto crudele e stupido sia il mondo. Perché credo che la gente continuerà a vedere film, il cinema dura per sempre e io voglio che le persone ricordino quello che sta accadendo in Ucraina anche in futuro. Può sembrare banale, ma l’umanità è tutto ciò che ci è rimasto.» (Aki Kaurismäki)
«Lo stile di Kaurismäki, divenuto un vero e proprio marchio di fabbrica tanto nell’utilizzo del quadro cinematografico quanto nella scelta fotografica e negli stacchi di montaggio (…), si pone sempre all’altezza dei suoi personaggi, cerca di comprenderli, ne sposa con afflato non privo di ironia le istanze. I tutori dell’ordine alla maniera nazista non fanno altro che eseguire ordini, si intona la Serenade di Schubert, ma un uomo e una donna possono ancora incontrarsi, forse innamorarsi (…), e andare avanti chaplinianamente verso il futuro, nonostante tutto. Struggente, divertente, romantico e disilluso, il cinema di Aki Kaurismäki è l’unico oggi a guardare ancora i suoi personaggi con lo sguardo disperatamente complice che insegnò al mondo Charlie Chaplin; uno dei pochi, forse l’unico, a saper condensare nella medesima inquadratura il rigore marxista dell’analisi a una forte carica di socialismo libertario, utopico.» (Raffaele Meale, quinlan.it)