GARAGE OLIMPO

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GARAGE OLIMPO

un film di Marco Bechis
con Antonella Costa, Pablo Razuk, Enrique Pineyro, Marcelo Chaparro
sceneggiatura: Lara Fremder, Marco Bechis ● fotografia: Ramiro Civita
montaggio: Jacopo Quadri ● musiche:  Jacques Lederlin
produzione: CLASSIC PARADIS FILMS NISAGRA, RAI
distribuzione: Istituto Luce
Italia, Argentina, Francia, 1999 ● 98 minuti

v.o. spagnolo, francese e italiano con sottotitoli in italiano

1999 Festival di Cannes: in concorso Un certain regard
David di Donatello: premio per il miglior produttore
e candidato per il miglior film, miglior regista,
migliore sceneggiatura e miglior montatore

lunedì 27 marzo serata speciale in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano
all’interno di Sguardi Paralleli
in sala Marco Bechis e Davide Carnevali, regista di RITRATTO DELL’ARTISTA DA MORTO

se vuoi prenotare: prenota@cinemabeltrade.net

a marzo il Beltrade propone due incontri tra cinema e teatro all’interno di SGUARDI PARALLELI, in collaborazione con il Piccolo Teatro. in questo secondo  appuntamento Davide Carnevali, in scena al Piccolo Teatro di Milano con lo spettacolo “Ritratto dell’artista da morto” dialoga con Marco Bechis intorno al suo film “Garage Olimpo”, sul dramma dei desapaercidos.

La diciannovenne Maria Fabiani, attivista militante in una organizzazione clandestina che si oppone alla dittatura militare al governo in Argentina, fa l’insegnante in una bidonville di Buenos Aires. Una mattina irrompono in casa poliziotti e militari in borghese che la arrestano senza motivo preciso. Maria viene portata via e imprigionata in un centro clandestino chiamato Garage Olimpo. Al momento di farla parlare, Tigre, il capo del centro, affida il compito di torturarla ad uno dei suoi uomini più fidati, Felix, il ragazzo che abita in affitto in casa di Maria e che è innamorato di lei.

«il film non punta alla ricostruzione storica, ma all’attualizzazione della violenza dello Stato contro i cittadini, violenza che alla fine del secolo continua a devastare il mondo. Ho voluto raccontare la storia dei desaparecidos di vent’anni fa come se avvenisse oggi in qualche parte del mondo.» (Marco Bechis)

«La bravura di Bechis sta nel condurre il suo kammerspiel – che si apre nel finale a un’immagine sconvolgente del Rio della Plata – con straordinario pudore, senza mai cedere in rigore ai risvolti romanzeschi di film anche molto belli come ‘La storia ufficiale’ o ‘La morte e la fanciulla’, giocando sulla normalità perversa della situazione, sulla routine della prigionia, sulla impiegatizia, irresponsabile banalità del male, innescando, in questa normalità, un’identificazione che ci costringe a ricordare degli orrori troppo presto messi in un angolo della memoria.» (Irene Bignardi, la Repubblica)