GODLAND

/ / Senza categoria

GODLAND

un film di Hlynur Pálmason
con Elliott Crosset Hove, Victoria Carmen Sonne, Hilmar Guðjónsson
sceneggiatura: Frosti Fridriksson ● fotografia: Maria von Hausswolff
montaggio: Julius Krebs Damsbo ● musiche: Alex Zhang Hungtai
produzione: Snowglobe, Join Motion Pictures, Maneki Films
distribuzione: Movies Inspired
Danimarca, Islanda, Francia, Svezia, 2022 ● 138 minuti

v.o. danese, islandese con sottotitoli in italiano

2022 Festival di Cannes – Un Certain Regard

Islanda, fine del XIX secolo, un giovane prete danese affronta mille difficoltà e la messa in crisi della sua moralità. Godland segna il ritorno del regista islandese con un film spettacolare, viscerale ed epico. Un western nordico di grande efficacia visiva, che riesce a trovare una propria via per il racconto della follia, e dell’impossibilità di confrontarsi con gli spazi immensi.

Alla fine del XIX secolo, un giovane sacerdote danese si reca in una parte remota dell’Islanda per costruire una chiesa e fotografare la sua gente. Ma più si addentra nel paesaggio selvaggio, più si allontana dal suo scopo, dalla sua missione e dalla sua moralità.

«La cosa divertente è che è stato girato nella zona da dove vengo, sulla costa sudorientale dell’Islanda, quindi è molto personale. Un’area molto vasta, molto isolata. Non eravamo una grande troupe e non avevamo molti soldi, ma abbiamo usato davvero quello che avevamo e abbiamo protratto le riprese per un lungo periodo invece di avere una grande troupe per un breve periodo. Il piano era di girare in ordine cronologico e sono molto felice che abbia funzionato. Fisicamente è stato difficile – Elliott Crosset Hove (che interpreta Lucas) ha perso dodici chili, credo – ha preso davvero sul serio la cosa. Sono stato molto felice di vedere il suo decadimento fisico. Le riprese sono andate avanti per due anni.» (Hlynur Pálmason)

«”È facile perdere la testa lì”, “non ha nulla a che fare con la Danimarca, tutto è diverso”: eruzioni vulcaniche sulla costa orientale, potenziale innalzamento del livello dei fiumi, fetore nell’aria, fuorviante sole di mezzanotte in estate… “Dovrai adattarti” ma “nessuna missione è impossibile”. Per Lucas, giovane sacerdote inviato in Islanda alla fine del XIX secolo per costruire una chiesa prima dell’inverno successivo e per documentare il luogo fotografando la popolazione locale, il mandato è presentato come “gigantesco” dalla sua gerarchia religiosa, anche se una guida nativa sarà lì a sostenerlo. È al centro di questo viaggio epico che ci ritroviamo nello spettacolare e non meno intenso Godland di Hlynur Pálmason, presentato nel programma Un Certain Regard del 75° Festival di Cannes, un’opera di altissimo livello artistico, che esplora in profondità il legame schiacciante tra i poteri millenari della natura e le enormi falle morali che si rivelano quando gli esseri umani sono spinti ai loro limiti. Questo film conferma la progressiva ascesa verso i vertici del cinema mondiale di un regista di grande talento dopo Winter Brothers (premiato in concorso a Locarno nel 2017) e A White, White Day (Semaine de la Critique a Cannes nel 2019).» (Fabien Lemercier, cineuropa.org)