GREEN IS THE NEW RED

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GREEN IS THE NEW RED

un film di Anna Recalde Miranda
sceneggiatura: Anna Recalde Miranda ● fotografia: Nicola Grignani, Anna Recalde Miranda
montaggio: Andrea Gandolfo, Giorgia Villa, Anna Recalde Miranda
musiche: Massimo Carozzi
produzione: Lardux Films
distribuzione: OpenDDB – Distribuzioni Dal Basso
Francia, Italia, Paraguay, Svezia, 2024 ● 105 minuti

v.o. spagnolo, portoghese, inglese, francese, italiano con sottotitoli in italiano

2025 Biografilm FF: anteprima

proiezione speciale 8 ottobre
ospite in sala la regista Anna Recalde Miranda
e l* attivist* di Extinction Rebellion

Un viaggio sentito e coinvolgente tra storia e presente, personale e corale, che attraverso i suoi protagonisti ricostruisce la genealogia del disastro ecologico in corso, offrendo una lettura storica e politica radicale e necessaria.

mercoledì 8 Ottobre
19:00

Il confine tra Paraguay e Brasile è diventato un deserto verde. Questo è il luogo di nascita della Repubblica della Soia, la culla dell’agroalimentare mondiale. L’orizzonte è una linea di coltivazione infinita, che unisce passato e presente. Un  passato dettato dalla violenza politica dell’Operazione Condor e un presente segnato dagli assassinii dei difensori della terra di oggi. Concentrandosi sull’uccisione di oltre 1500 ambientalisti e difensori della terra in America Latina dal 2012, Green is the New Red indaga le radici di questa violenza, a partire dall’Operazione Condor. Questa “multinazionale della repressione”, responsabile della scomparsa di migliaia di “sovversivi” negli anni ’70, ha lasciato in eredità impunità e accaparramento delle terre, ponendo le basi dell’attuale Repubblica della Soia, culla dell’agrobusiness globale.

«Per me, personalmente, l’etichetta di attivismo è la migliore del mondo. Nutro grande rispetto per gli attivisti, e le persone che hanno motivato questo film lo sono. Volevo rendere omaggio a Martín, Paul e a tutti coloro che vi compaiono: per me, sono tutti attivisti in qualche modo. La loro forza e il loro coraggio sono la parte migliore dell’umanità! Quindi, per me, il termine “attivismo” è un buon termine. Poi, è vero che, se proveniamo dall’ambiente culturale del cinema francese, un film militante è qualcosa di negativo, quindi a volte non fa bene al film stesso essere etichettato come “attivista”. Non lo vedo come un film militante, ma piuttosto come un film impegnato.» (Anna Recalde Miranda)

«Un bel documentario di denuncia, coraggioso e determinato e carico di dolore sordo che quasi fa fatica ad esprimersi. (…) C’è rabbia, ma anche rassegnazione nella voce della regista mentre scorrono le sue immagini e i suoi protagonisti raccontano la resistenza di chi decide di continuare la lotta. Non c’è celebrazione di nessuna vittoria in questo film, nel quale la condizione personale si confonde con il dramma sociale e politico di quegli indigeni. Sarà un cinema racchiuso dentro una piccola area di conoscenza, ma che sembra volere abbracciare un terra intera in un amore per i luoghi e per le persone che si sente forte anche nel solo scorrere delle immagini.» (Tonino De Pace, Sentieri Selvaggi)