Gunda

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GUNDA

un film di Viktor Kossakovsky
sceneggiatura: Viktor Kossakovsky, Ainara Vera
fotografia: Viktor Kossakovsky, Egil Håskjold Larsen
montaggio: Viktor Kossakovsky, Ainara Vera
produzione: Hailstone Films
distribuzione: Neon
Norvegia/Stati Uniti, 2020 ● 93 minuti

2021, Sofia International Film Festival: miglior documentario
2020, Stockholm Film Festival: miglior documentario

Marcato da un elegante bianco e nero, uno studio d’osservazione del regno animale a noi più vicino (solitamene nel piatto) che diventa una riflessione intima ed emozionante sulla comunione tra gli esseri viventi e sui cicli eterni della vita.

Nonostante condividiamo il pianeta con miliardi di animali da fattoria, siamo spesso portati a considerarli come una mera risorsa da cui trarne un’utilità, ignorando totalmente la loro sensibilità. Gunda, attraverso il punto di vista di un maiale o il muggito di una mucca, dimostra come non siamo l’unica specie in grado di provare emozioni, avere coscienza o volontà: l’incontro con una scrofa e i suoi cuccioli, con due mucche ingegnose o ancora con un pollo da una sola zampa, ci ricorda il valore della vita di tutti gli animali che abitano il pianeta, compresa la nostra.

«Da quando sono diventato regista, ho sempre voluto fare un film sulle creature con cui condividiamo la terra, un film sugli animali come esseri viventi, come creature a sé stanti. Volevo fare un film senza toni paternalistici e senza umanizzarli, senza sentimentalismi e senza propaganda vegana. […] Gunda è sullo schermo per oltre metà film ed è un personaggio straordinariamente espressivo: non hai bisogno di interpreti per capire le sue emozioni e le sue esperienze. Per questo ho deciso di fare un film senza didascalie, voice over o musica; basta guardarlo e lasciarsi andare» (Victor Kossakovsky)

«Lo sguardo del regista si insinua laddove l’occhio dello spettatore nella realtà non potrebbe arrivare, avvicinandoci così agli animali, ripresi in momenti a cui diversamente non potremmo assistere (l’allattamento dei maialini, la passeggiata delle galline tra le frasche). Anche il lavoro sul sonoro è dichiaratamente falsato, andando a creare una bolla onomatopeica in cui gli unici suoni che percepiamo sono grugniti, muggiti, fruscii e gorgoglii. Ad un primo sguardo Gunda può forse sembrare un’operazione sorniona per instradarci verso una chiara presa di posizione rispetto alla causa animalista, considerato anche che il produttore esecutivo Joaquin Phoenix e lo stesso Kossakovsky sono vegani. Ma non si può non riconoscere al cineasta una maestria registica e progettuale che si realizza in un film molto più vicino al cinema che al documentario, capace di incarnare formalmente la riflessione etica di cui si fa portatore.» (Chiara Zuccari, Sentieri Selvaggi)