I racconti dell’orso

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I racconti dell’orso

un film di Samuele Sestieri e Olmo Amato
con Samuele Sestieri, Olmo Amato, Freya Roberts, Bengt Roberts
sceneggiatura: Samuele Sestieri, Olmo Amato ● fotografia: Samuele Sestieri, Olmo Amato
montaggio: Samuele Sestieri ● musiche: Riccardo Magni
produzione: Samuele Sestieri, Olmo Amato
distribuzione: Milano Film Network
Italia, 2015 ● 67 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

Torino FF : in concorso ● IFFR 2016: in concorso

lunedì 28 maggio ore 21.40 serata speciale
ospiti in sala i registi Samuele Sestieri e Olmo Amato

Un viaggio surreale sospeso tra la fantasia e la poesia, dove il cinema dona un nuovo sguardo al gesto più piccolo e insicuro.

In un mondo abbandonato dagli uomini, un monaco meccanico insegue uno strano omino rosso. Dopo aver attraversato boschi, città morte e lande desolate, i due buffi personaggi raggiungono la cima di una collina magica. Il ritrovamento di un vecchio peluche d’orso ormai malandato li farà riconciliare. Uniranno così le forze, nella speranza di poter dare vita al giocattolo inanimato e sfuggire al vuoto che li circonda.

«La nostra idea, fin dall’inizio, è stata quella di trasformare la povertà dei mezzi disponibili in autentica risorsa: nessun dolly, nessun carrello, nemmeno una steady. Lontani dall’eccessiva programmazione e dallo studio a tavolino, abbiamo voluto restituire una messa in scena viva, pulsante, che respira con i suoi personaggi. La sceneggiatura è stata solo un punto di partenza: luoghi e persone che incontravamo nel corso del viaggio modificavano, ampliavano, arricchivano la nostra storia.  Di fronte alle meraviglie di una natura incontaminata, il punto di vista è quello vergine di chi vorrebbe imparare a vedere, come se fosse per la prima volta.» (Samuele Sestieri e Olmo Amato)

«I racconti dell’orso è un’opera dominata dalla fantasia, che, oltre al cinema d’animazione, d’avanguardia e delle origini, si allaccia a un ragionamento sull’infanzia di matrice spielberghiana, che a partire dalla riscoperta di una sensibilità troppo spesso sottovalutata o abbandonata, lavora su un nuovo modo di ripensare il mondo (sin dalla semplicità di due colori primari, il rosso e il blu) per finire a quella del bisogno di comunicazione e condivisione che i due protagonisti lasciano trasparire sempre di più con il fluire del film. (…) I racconti dell’orso è un’opera di fantasia totalmente incentrata sul narrare la scoperta dell’altro, la scoperta del mondo, l’incredulità verso la meraviglia, il piacere spontaneo e irrefrenabile del gioco, e forse prima di ogni cosa, un film sul raccontare tout court.» (Attilio Palmieri, Pointblank.it)