I vitelloni

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I VITELLONI

un film di Federico Fellini
con Alberto Sordi, Franco Interlenghi, Franco Fabrizi, Leopoldo Trieste
sceneggiatura: Federico Fellini, Ennio Flaiano ● fotografia: Carlo Carlini, Otello Martelli
montaggio: Ronaldo Benedetti ● musiche: Nino Rota
produzione: Peg Films
distribuzione: Cineteca di Bologna
Italia, 1953 ● 108 minuti

v.o. in italiano

1953, Festival di Venezia: Leone d’Argento
1954, Nastro d’argento: miglior regia, miglior attore non protagonista

lunedì 15 giugno proiezione speciale con videochiacchiere insieme a Maurizio Porro, critico cinematografico.

In collaborazione con la Cineteca di Bologna, il Cinema Beltrade omaggia Federico Fellini nel centenario della sua nascita con cinque classici restaurati: un’occasione imperdibile per riscoprire l’autore riminese che ha dato una nuova dimensione al termine “onirico”.

Irresistibile nella sua ironia, struggente nella sua malinconia: I vitelloni è un saggio di cinema legato alla provincia, alla memoria e al ricordo e la prima, grande consacrazione di Fellini a maestro del cinema italiano.

In una cittadina di mare che potrebbe essere Rimini vivono cinque giovani: Moraldo (Interlenghi), Alberto (Sordi), Fausto (Fabrizi), Leopoldo (Trieste), Riccardo (Fellini, fratello del regista). Le loro sono piccole storie, secondo le possibilità offerte da un posto come quello. Fausto corre dietro a tutte le donne e non ha voglia di lavorare, trova un posto da commesso, gli altri ridono di lui. Si sposa ma non cambia. Alla fine il padre lo picchia con la cinghia, come un bambino. Alberto ha problemi in famiglia, la sorella se ne va con un uomo sposato. Lui si ubriaca. Riccardo non ha personalità, è un po’ la spalla di tutti. Leopoldo scrive commedie che nessuno legge. Quando arriva un attore in città che sembra interessarsi ai suoi scritti, in realtà si interessa… a lui. Moraldo è il più serio, è buono e generoso. Alla fine sarà l’unico ad andarsene.

«A Ostia ho girato I vitelloni perché è una Rimini inventata: è più Rimini della vera Rimini. Il luogo ripropone Rimini in maniera teatrale, scenografica e, pertanto, innocua. È il mio paese, quasi pulito, nettato dagli umori viscerali, senza aggressioni e sorprese. […] Mi è venuta la tentazione di giocare ancora uno scherzo a certi vecchi amici che avevo lasciato nella città di provincia dove sono nato. […] Così mi sono messo a raccontare quello che ricordavo delle loro avventure, le loro ambizioni, le piccole manie, il loro modo particolarissimo di passare il tempo”» (Federico Fellini)

«I vitelloni è il film con cui il cinema di Fellini prende definitivamente il volo, affermando la sua visione provinciocentrica e con il quale comincia ad organizzare i materiali per il futuro in quanto già si intravede in questo film il gusto per l’eccessivo e per il patetico (…); il gusto per una galleria di personaggi guardati con l’affetto della memoria e che tutti restano saldi nella memoria: dal donnaiolo, al bamboccione, dal cupo e realista all’intellettuale svagato (…); il piacere della satira: la povera festa estiva inziale portata via da un improvviso acquazzone e via raccontando per un cinema che, ci accorgiamo, resta sempre universale e non si scolorisce con il passare degli anni.» (Tonino de Pace, Sentieriselvaggi.it)