IL CIELO BRUCIA

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IL CIELO BRUCIA
ROTER HIMMEL

un film di Christian Petzold
con Thomas Schubert, Paula Beer, Langston Uibel
sceneggiatura: Christian Petzold ● fotografia: Hans Fromm
montaggio: Bettina Böhler ● musiche:
produzione: Schramm Film Koerner & Weber, ZDF/Arte
distribuzione: Wanted Cinema
Germania, 2023 ● 103 minuti

v.o. tedesco con sottotitoli in italiano

proiezione speciale in anteprima martedì 28 novembre ore
in sala il regista Christian Petzold

2023 Berlinale: Orso d’Argento Gran Premio della Giuria

secondo capitolo della trilogia iniziata da Petzold nel 2020 con Undine – Un amore per sempre, dedicata alla solitudine e alla complessità dei rapporti interpersonali e basata sugli elementi naturali, Dopo l’acqua, questa volta è il fuoco l’elemento chiave della storia. Un film che parte come una commedia di educazione sentimentale per trasformarsi progressivamente in una lucida e drammatica riflessione sulla condizione giovanile nella società contemporanea.

Una piccola casa-vacanze sul mar Baltico. Sono giorni caldi e non piove da settimane. Quattro ragazzi si incontrano, amici vecchi e nuovi. Così come l’arida foresta che li circonda inizia a infuocarsi, così anche i loro sentimenti. Felicità, desiderio e amore, ma anche gelosie, risentimenti e tensioni. Intanto la foresta brucia e presto le fiamme saranno lì.

«Ero in Turchia con mia moglie, dove ho visitato un’enorme area forestale completamente bruciata. Mi spaventava molto perché non c’erano più suoni. Non c’erano uccelli, né insetti, né vento. Tutto era nero, morto. Quella era un’immagine della fine per me, una specie di immagine apocalittica. Poi ci sono stati incendi in Germania e anche in altri posti nel mondo. Ovunque le foreste stanno bruciando. Quando le foreste bruciano in Germania e le foreste sono il nostro mito, dove si svolgono le nostre fiabe – i Nibelunghi, Fritz Lang amava la foresta – se questi luoghi bruciano, cosa succede alle nostre narrazioni, alle nostre storie?» (Christian Petzold)

«Il cinema di Christian Petzold sembra rigenerarsi periodicamente, come la fenice che dà il titolo a una delle sue migliori opere. […] Dotato di un talento unico nel radicare l’esistenzialismo nella geografia e nella topografia dei luoghi (mai più precisi che nella vaghezza di Transit), il regista si auto-confina stavolta alle pareti e al giardino di una villetta. Ma quello di Roter Himmel rimane un Petzold in movimento, che continua a farsi guidare da Paula Beer e gli mette alle costole un volto fresco come il bravissimo austriaco Thomas Schubert, in una storia di giovani intellettuali che guardano senza vedere e vivono senza sentire. Il suo Leon è l’avatar giusto per stare allo scherzo in quella che in larga parte funziona brillantemente come una commedia leggera, di equivoci e goffaggini, di convivenze da incubo tra personalità molto diverse in vacanza nella stessa casa.» (Tommaso Tocci, mymovies.it)