Isis, tomorrow – The lost souls of Mosul

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Isis, tomorrow – The lost souls of Mosul

un film di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi
sceneggiatura: Francesca Mannocchi, Alessio Romenzi
fotografia: Francesca Mannocchi, Alessio Romenzi
montaggio: Emanuele Svezia, Sara Zavarise ● musiche: Andrea Ciccarelli
produzione: FremantleMedia Italia con Rai Cinema
distribuzione: ZaLab
Italia 2018 ● 80 minuti

v.o. arabo con sottotitoli in italiano

Presentato al Festival di Venezia 2018, Fuori Concorso

al termine della proiezione di domenica 30 settembre videochiacchiera con la regista Francesca Mannocchi

L’altra faccia dell’Isis. Un documentario su una guerra che continua in qualche modo, e in altra forma, a trascinarsi sulla pelle delle famiglie sopravvissute, dei “figli dell’Isis”.

Sarà in grado l’Iraq di accettare i figli dell’Isis come propri figli, di perdonare le loro madri, di riconciliare le anime del paese? “ISIS, TOMORROW” cerca una risposta a questa domanda. Nell’ideologia dell’Isis i bambini sono l’arma più efficace per portare nel futuro l’idea di un grande Califfato universale: eredi di un unico obiettivo, creare un mondo diviso a metà, da un lato gli jihadisti e dall’altro lato gli infedeli da sterminare. I lunghi mesi della guerra, vengono ripercorsi attraverso le voci dei figli dei miliziani addestrati al combattimento e a diventare kamikaze, fino a seguire i loro destini nella complessità del dopoguerra, un dopoguerra di vedove bambine e ragazzi marginalizzati, in cui il sangue della battaglia lascia spazio alle vendette e alle ritorsioni quotidiane, alla violenza come sola risposta alla violenza.

«Noi stessi come giornalisti abbiamo raccontato l’Isis come il mostro che è. Ma l’intento era capire chi sono quelle persone. La guerra è finita ma le tracce lasciate sono i 500 mila bambini nati e cresciuti con la guerra e la violenza e la logica del martirio. L’arsenale dell’Isis sono questi bambini,i semi di Daesh che cresceranno se non si fa qualcosa. Noi ci siamo avvicinati senza pregiudizi per capire come nasce una cultura di morte. La violenza come unica risposta alla violenza» (Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi)

«Forse ha ragione un membro dei servizi segreti iracheni, un’ideologia come l’Isis non si elimina con le armi, serve un’altra ideologia da contrapporle. Forse ha ragione un ragazzino dell’Isis, perdere Raqqa, Sirte, Mosul non significa nulla, è solo terra, “dicono che se vogliono liberarsi di noi dovrebbero sbarazzarsi del Corano”. Un buon lavoro, di più, che mette a fuoco il giorno dopo la vittoria della coalizione internazionale sull’Isis, interpellandone l’eredità più pesante: i bambini educati dallo Stato islamico, e i minorenni sono molti (…). Che fare? Il documentario inquadra Mosul, la cui immane distruzione non è solo urbana, architettonica, ma ancor più esistenziale, vitale, e i contendenti che l’anno rasa al suolo. Ci sono le responsabilità, non il giudizio morale: Isis Tomorrow non viene per additare, ma per testimoniare il qui e ora oramai lungamente disatteso dalle news e dalla stampa. A partire dalle logiche di vendetta, persecuzione e discriminazione dai campi ai ruderi che oggi riguardano i carnefici, e i consanguinei dei carnefici, di ieri: non c’è pace senza giustizia, non c’è salvezza senza perdono.» (Federico Pontiggia, Cinematografo.it)