
JUST CHARLIE – DIVENTA CHI SEI
JUST CHARLIE
un film di Rebekah Fortune
con Harry Gilby, Scot Williams, Karen Bryson, Patricia Potter, John Draycott,
Ewan Mitchell, Andrea Green, Jeff Alexander, Joshua Pascoe, Peter Machen,
Tia Noakes, Oliver Huntingdon
sceneggiatura: Peter Machen ● fotografia: Karl Clarke
montaggio: Erline O’Donovan ● musica: Yann McCullough, Darryl O’Donovan
produzione: Seahorse Films
distribuzione: Valmyn distribution, Wanted Cinema
Gran Bretagna, 2017 ● 97 minuti
v.o. inglese con sottotitoli in italiano

Presentato al Festival del cinema di Edimburgo, dove ha vinto il Premio del pubblico, JUST CHARLIE di Rebekah Fortune racconta con realismo e delicatezza il percorso di ricerca dell’identità di genere di un (un’) adolescente che gioca bene al calcio ma non vuole comportarsi … da uomo.
Charlie è un adolescente della provincia inglese con un grande talento per il calcio. Una delle squadre più importanti, il Manchester City, gli offre un ingaggio da sogno, ma Charlie ha un segreto: è felice solo quando, di nascosto, può vestirsi da ragazza. Intrappolata nel corpo di un fanciullo, Charlie è combattuta tra il desiderio di compiacere le ambizioni che il padre ripone in lei e il bisogno di affermare la propria identità. La scelta che la attende rischia di mandare in pezzi la sua famiglia e mettere a repentaglio i suoi affetti più cari.
«Ogni genitore vive sulla propria pelle il conflitto perenne tra ciò che ritiene meglio per un figlio e il bisogno di lasciarlo libero di seguire i propri sogni e scoprire se stesso. Pensiamo sempre di volere il meglio per loro, ma andiamo sovente incontro a delusioni. Per me la cosa più importante è stata esplorare il conflitto tra le speranze e i sogni di un nucleo famigliare della piccola borghesia inglese davanti a un percorso inaspettato di ricerca della felicità da parte del piccolo Charlie, che rappresenta un diritto per ogni individuo. Con questo film volevo raccontare soprattutto la storia di una famiglia e di una comunità.» (Rebekah Fortune)
«La regia di Fortune bilancia magistralmente il modo in cui Charlie gestisce la sua disforia di genere e il modo in cui le persone intorno a lui reagiscono, l’interiorità e l’esteriorità, l’individuo e la comunità. I due aspetti sono intrecciati e inseparabili. Un Harry Gilby dagli occhi lucidi è il protagonista indiscusso di una scena in cui Charlie cerca di spiegare alla madre e allo psicologo che lei è invisibile per gli altri. Il suo dolore non può che aumentare per il fatto che suo padre si sente tradito e ingannato, così come sua nonna e i suoi compagni di squadra. Charlie non è più il loro ragazzo, ma loro non vogliono accettarlo. Il miglior consiglio giunge dall’allenatore che, consapevole del segreto a lungo taciuto, le ricorda che “nella vita, ci sono cose più importanti del football”; una frase che, nella sua semplicità, diventerà quasi un’affermazione rivoluzionaria.» (Giampietro Balia, cineuropa.org)