LA CORAZZATA POTEMKIN

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LA CORAZZATA POTEMKIN ● Bronenosets Potemkin

un film di Sergej M. Ejzenštejn
con Aleksandr Antonov, Vladimir Barskiy, Grigoriy Aleksandrov, Beatrice Vitoldi
sceneggiatura: Nina Agadzhanova, Sergej M. Ejzenštejn ● fotografia: Eduard Tisse
montaggio: Grigoriy Aleksandrov, Sergej M. Ejzenštejn ● musiche: Dmitrij Dmitrievič Šostakovič
produzione: Goskino, Mosfilm
Unione Sovietica, 1925 ● 75 minuti

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BIGLIETTO INTERO: 9 € // BIGLIETTO RIDOTTO (UNDER 26): 6 €

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LA CORAZZATA POTEMKIN è forse il film più celebre della storia del cinema, un’opera che ha rivoluzionato il linguaggio cinematografico, tra sequenze ormai scolpite nei manuali di teoria (la scalinata di Odessa!) e tagli di montaggio memorabili. Ma il film di Ėjzenštejn è anche un racconto epico universale, un grido di rivolta contro le ingiustizie dei potenti.

giovedì 27 Febbraio
19:00

Giugno 1905. Tra l’ equipaggio della corazzata russa Potemkin regna un vivo malcontento a causa delle vessazioni cui sono sottoposti i marinai. Il malcontento si trasforma in ammutinamento, allorché il comandante ed il medico dell’ unità rifiutano di accogliere le giuste proteste dei marinai per il rancio ricavato da cibi immangiabili. La corazzata raggiunge quindi il porto di Odessa, dove il gesto compiuto dai marinai si diffonde rapidamente tra la popolazione, provocando manifestazioni di plauso e di incoraggiamento. Ma l’ intervento delle guardie imperiali reprime nel sangue l’ entusiasmo della popolazione.

«Anche se in origine la rivolta del Potëmkin era solo un breve episodio dell’ampio progetto 1905, che non fu mai realizzato, non c’è il minimo dubbio che Ejzenštejn lo avrebbe comunque inserito nell’opera. Posso dirlo con sicurezza perché ricordo bene che una notte si presentò tutto agitato nell’appartamento che condividevamo. Aveva passato l’intera giornata alla Biblioteca Lenin e aveva trovato un numero del giornale francese «Illustration» con un articolo sulla rivolta e un disegno sulla famosa scena della scalinata di Odessa. Quello che successe su quella scalinata, o meglio quello che non successe – dato che la scena è storicamente assai ambigua – gli sembrava contenere in sé tutte le possibilità. Sentiva che un singolo episodio poteva dire ben di più che l’insieme di tutte le vicende. Così, appena sistemati a Odessa, la prima cosa che fece fu uscire e andare a vedere la scalinata con i propri occhi. Non fu deluso da quello che vide.» (Maksim Štrauch, fedele collaboratore del regista)

«Il film di Ėjzenštejn, a (ri)vederlo oggi non trasmette né noia né esaltazione accademica. Allo spettatore arriva solo Umanità, Passione. Quando si studia la Storia, specie controvoglia, si perdono le sfumature degli eventi che si stanno affrontando e tutto, dai morti di Caporetto ai ragazzi delle battaglie risorgimentali, diventano solo numeri e parole rimaste su carta, dati da ricordare a memoria per sfangare un esame o un’interrogazione. La corazzata Potemkin, non invecchiando di un solo istante, ha la forza di distruggere questo meccanismo, ricordandoci di quanto Vakulenčuk, i suoi compagni e gli abitanti di Odessa, prima di essere dettagli di un’opera d’arte o sbiadite immagini in bianco e nero, sono uomini e donne che agiscono, soffrono e gioiscono, sono medium di pura emozione.» (Luca Marchetti, Sentieri Selvaggi)