
LA LEGGE DEL DESIDERIO
La ley del deseo
un film di Pedro Almodóvar
con Eusebio Poncela, Carmen Maura, Antonio Banderas, Miguel Molina, Fernando Guillén
sceneggiatura: Pedro Almodóvar ● fotografia: Ángel Luis Fernández
montaggio: José Salcedo
produzione: El Deseo
distribuzione: CG Entertainment con Barz and Hippo
Spagna, 1986 ● 106 minuti
v.o. spagnolo con sottotitoli in italiano
1987 Festival di Berlino: Teddy Award Miglior film straniero
lunedì 26 giugno ore 21.40 > proiezione inaugurale

Film con cui si impone al grande pubblico con la sua idea di cinema libero e trasgressivo, La legge del desiderio presenta una storia d’amore fra due uomini al di fuori di ogni tabù e pregiudizio, in un film oltraggioso in cui si combinano, con grande maestria, commedia, thriller, romanticismo e dramma.
21:40
Pablo e Tina sono fratelli. I genitori si separarono quando erano ragazzi, maschi. Tino ha cambiato sesso ed è andato a vivere con il padre, con cui ha avuto una relazione, prima di essere abbandonata. Pablo è un regista, è innamorato di Juan, ma non ricambiato. A sconvolgere la sua vita – e quella di Tina – arriva Antonio, un giovane tormentato, possessivo e minaccioso…
«Il melodramma è il primo genere che ho imparato a conoscere da piccino, le casalinghe lo ascoltavano compulsivamente alla radio. Amavo anche i musical. Sin da bambino ero un vero cinefilo, così quando ho cominciato a fare film son diventati in automatico un modo per proiettare la mia vita sullo schermo. Se nei miei film tanti generi si intrecciano e incontrano è perché proprio così si sviluppano le mie giornate! La commedia, il noir, il melodramma: nella vita si incontrano di continuo, così dunque dovrebbe essere in un film. In questo film in particolare poi si affacciano i temi della fratellanza e della maternità… ecco, le madri sono una figura per me di enorme interesse, faccio parte di una generazione in cui si veniva cresciuti dalle nostre madri e da quelle degli amici. La loro capacità di combattere per i propri figli è una fonte inesauribile di idee cinematografiche.» (Pedro Almodóvar)
«Pedro Almodovar raggiunge una sintesi artistica con questo titolo, zenit del suo primo periodo “oltraggioso” (sogna un mondo dove le caratterizzazioni di genere non esistono e i gusti non definiscono), restando sul filo del reale ma mai realistico, con un’esposizione fatta di piccole scene indipendenti, fra sagace inventiva e varie (volute) artificiosità, con un pregevole, per quanto difficile, equilibrio di registri, componenti sessuali (l’omosessualità diventa esplicita), deviazioni e anomalie, nel momento in cui la drammaturgia riesce ad essere lineare, plausibile e intrigante pur al cospetto di tale calderone, concentrato paradossale di thriller, romanticismo, commedia e dramma.» (Niccolò Rangoni Machiavelli, spietati.it)