La valle dei sorrisi

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LA VALLE DEI SORRISI

un film di Paolo Strippoli
con Michele Riondino, Giulio Feltri, Paolo Pierobon, Romana Maggiora Vergano
sceneggiatura: Jacopo Del Giudice, Paolo Strippoli, Milo Tissone ● fotografia: Cristiano Di Nicola
montaggio: Federico Palmerini  ● musiche: Federico Bisozzi, Davide Tomat
produzione: Fandango, Nightswim, Spok Films, Vision Distribution,
distribuzione: Vision Distribution
ITALIA, SLOVENIA, 2025 ● 122 minuti

v.o. italiano, sloveno con sottotitoli in italiano

2025 Mostra del Cinema di Venezia: fuori concorso

giovedì 18 settembre ore 21.20 > proiezione speciale
al termine ospite in sala il regista Paolo Strippoli

dopo PIOVE, Paolo Strippoli torna con LA VALLE DEI SORRISI, un nuovo horror conturbante che attraversa il dramma e il coming of age, per raccontare la solitudine e il disagio adolescenziale di fronte al peso delle aspettative, mantenendo sempre alta la tensione e con una regia sofisticata che mette in scena un orrore che non lascerà indifferenti.

mercoledì 17 Settembre
10:40

giovedì 18 Settembre
21:20

Remis è un paesino nascosto in una valle isolata tra le montagne. I suoi abitanti sono tutti insolitamente felici. Sembra la destinazione perfetta per il nuovo insegnante di educazione fisica, Sergio Rossetti, tormentato da un passato misterioso. Grazie all’incontro con Michela, la giovane proprietaria della locanda del paese, il professore scopre che dietro questa apparente serenità, si cela un inquietante rituale: una notte a settimana, gli abitanti si radunano per abbracciare Matteo Corbin, un adolescente capace di assorbire il dolore degli altri. Il tentativo di Sergio di salvare il giovane risveglierà il lato più oscuro di colui che tutti chiamano l’angelo di Remis.

«La valle dei sorrisi nasce dal desiderio di esplorare l’horror non come semplice dispositivo di tensione, ma come spazio simbolico per raccontare la fragilità dell’identità e il bisogno disperato di appartenenza. In una comunità apparentemente idilliaca, dove il dolore è bandito e la serenità è una religione, si consuma il percorso di Matteo: adolescente queer, corpo sacrificale e, al tempo stesso, entità redentrice. Il film è un’indagine sulla crescita come mutazione profonda, ma anche sulla paternità come forma ambigua di protezione, controllo e rispecchiamento. Le figure paterne – biologiche, surrogate, spirituali – si alternano nel tentativo di colmare un vuoto. Lontano dagli archetipi del coming of age canonico, questo racconto mette in scena la formazione come perdita dell’innocenza e come atto di resistenza. È un film sull’amore che cura, ma a caro prezzo. Sull’importanza del dolore nelle nostre vite. E su chi ha il coraggio di non sorridere. » (Paolo Strippoli)

«Guarda all’orrore, Strippoli, per cercare di raccontare legami affettivi recisi, senso di abbandono, attraverso uno stile che si confronta con la contemporaneità del genere senza però smarrire un’estetica classica, e ancor più la voglia di raccontare. Di materiale narrativo ce n’è in abbondanza in questa nuova sortita registica (…). E se Strippoli si confronta con alcuni topos narrativi del genere – l’estraneo che si ritrova all’interno di una comunità endogamica, con tutto quel che comporta; la tensione tra naturale e sovrannaturale; il dipanarsi di un “mistero” –, la sua ambizione lo spinge decisamente più in là.» (Raffaele Meale, Quinlan.it)