LASCIATEMI MORIRE RIDENDO

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LASCIATEMI MORIRE RIDENDO

un film di Massimiliano Fumagalli
con Stefano Gheller, Cristina Gheller
distribuzione: Mescalito Film
in collaborazione con l’Associazione Luca Coscioni
produzione: Dreamscape
Italia, 2025 ● 71 minuti

v.o. italiano

proiezione speciale
venerdì 21 novembre ore 19.20
introduzione a cura di Marco Cappato e Diego Silvestri (Associazione Luca Coscioni)
dibattito post proiezione con il regista Massimiliano Fumagalli,
e i produttori Virginia Rosaschino ed Alessandro Conconi

La storia vera di Stefano Gheller, seconda persona in Italia – e prima in Veneto – ad aver ottenuto il diritto al suicidio assistito nel proprio paese. Un racconto toccante e necessario che intreccia quotidianità, riflessione e coraggio, e ci costringe a guardare in faccia le domande più profonde: Cosa significa vivere? Cosa significa scegliere di morire? Un film che parla di libertà, di sofferenza, ma soprattutto di amore per la vita. Stefano non ha scelto di fuggire, ma di combattere qui, con dignità, ironia e lucidità.

venerdì 21 Novembre
19:20

Lasciatemi morire ridendo racconta la storia di Stefano Gheller, seconda persona in Italia – e prima in Veneto – ad aver ottenuto legalmente il diritto al suicidio medicalmente assistito senza dover lasciare il proprio paese. Una storia personale che diventa universale, un viaggio lucido e struggente nel cuore del dibattito sul fine vita.

«Credo che questo sia, prima di tutto, un film profondamente personale. Ha un unico vero protagonista: Stefano, e il suo rapporto con la vita. Pur essendo favorevole a questo diritto, non ho mai voluto fare un documentario ideologico. Freud diceva che l’ideologia è una macchia che ci fa vedere i fatti in modo parziale. Ecco, la mia unica volontà era quella di essere il più puro possibile nel mostrare la realtà, senza filtri né giudizi.» (Massimiliano Fumagalli)

«Veniamo così accompagnati a conoscere un essere umano che da decenni si trova in una condizione progressivamente sempre più limitante in maniera irreversibile. Conosciamo la sua quotidianità e la vita e le riflessioni di chi gli è parente o amico. A questo si aggiunge la testimonianza della sorella che ha di fronte a sé lo stesso destino e nei confronti della quale Stefano prova un grande senso di responsabilità sentendosi al contempo sostenuto e portatore di sostegno. La domanda che una delle intervenute si pone è quella che ognuno, vedendo, finisce con il porsi: quale decisione prenderei se fossi su quella poltrona, con quel respiratore, dipendendo totalmente dagli altri da decenni ma conservando una lucidità mentale che mi rendesse consapevole, come Stefano, della mia condizione?» (Giancarlo Zappoli, mymovies.it)