LE NOTTI DELLA LUNA PIENA

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LE NOTTI DELLA LUNA PIENA
LES NUITS DE LA PLEINE LUNE

un film di Éric Rohmer
con Tcheky Karyo, Pascale Ogier, Fabrice Luchini e Virginie Thevenet
sceneggiatura: Éric Rohmer ● fotografia: Renato Berta
montaggio: Cécile Decugis ● musiche: Elli et Jacno
produzione: Les Films du Losange
distribuzione: Academy Two
Francia, 1984 ● 102 minuti

v.o. francese con sottotitoli in italiano

1984, Mostra Internazionale del Cinema di Venezia: premio per la miglior attrice a Pascale Ogier

“Commedie e proverbi”, il ciclo di sei film così nominato dallo stesso Rohmer arriva in versione restaurata. si parte con LA MOGLIE DELL’AVIATORE, a seguire ogni lunedì un nuovo titolo: IL BEL MATRIMONIO, PAULINE ALLA SPIAGGIA, LE NOTTI DELLA LUNA PIENA, IL RAGGIO VERDE e L’AMICO DELLA MIA AMICA.
ogni inizio settimana, la prima proiezione del nuovo film sarà accompagnata dal titolo precedente per una doppietta perfetta.

Chi ha due donne perde l’anima, chi ha due case perde la ragione”. Le notti della luna piena pone al cuore del racconto la relazione tra sentimenti e luogo, proseguendo con quello che è uno dei temi chiave per tutto il ciclo di film. Lo fa mettendo i desideri della sua protagonista di fronte a continue contraddizioni, e ambientando ancora una volta il film nell’amata Parigi.

domenica 27 Ottobre
11:10

lunedì 28 Ottobre
18:10

Louise, desiderosa di amore ma anche di indipendenza, propone al fidanzato Rémy di vivere separati, per aver maggiore libertà nel frequentare i rispettivi amici. Si trasferisce a Parigi e frequenta l’amico Octave, innamorato di lei, non prima di aver spinto per gioco tra le braccia di Rémy la propria amica Camille. Louise pagherà caro il suo eccesso di zelo.

« Le mie eroine sono alla disperata ricerca di una casa, o disperatamente in fuga da una casa» (Éric Rohmer)

«Teoricamente richiama il saggio L’organizzazione dello spazio nel Faust di Murnau scritto dallo stesso Rohmer. All’atto pratico è invece la sintesi ideale tra un cinema concettuale (…) e la vitalità di una messinscena dove la strada è un infinito palcoscenico mobile. Per questo è uscito il film più musicale del cineasta e non solo perché la scena della discoteca è tra quelle centrali con la danza sul brano Les tarots di Elli et Jacno. Ma perché c’è tutta la ricerca della gioia di vivere il momento e il tempo che passa. E non si gode mai l’istante che si sta vivendo perché si pensa che quello successivo sarà migliore. Il finale è di una bellezza sconvolgente. Come tutto il film.» (Simone Emiliani, Sentieri selvaggi)