LE ONDE DEL DESTINO

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LE ONDE DEL DESTINO
BREAKING THE WAVES

un film di Lars Von Trier
con Emily Watson, Stellan Skarsgård, Katrin Cartlidge,
Jean-Marc Barr, Adrian Rawlins, Udo Kier
sceneggiatura: Lars von Trier ● fotografia: Robby Müller
montaggio: Anders Refn
produzione: Zentropa Entertainments
distribuzione: Movies Inspired
Danimarca, 1996 ● 159 minuti

v.o. inglese, francese con sottotitoli in italiano

1996, Festival di Cannes: Gran Prix della Giuria
EFA: miglior film, miglior attrice protagonista, premio FIPRESCI
1997, César: miglior film straniero

Presagio del terremoto estetico che sarà il Dogma 95 (a cui il film non è ancora ascrivibile ma di cui anticipa diverse soluzioni), “Le onde del destino” è il film che ha consacrato a livello internazionale Von Trier e ne ha problematizzato la figura autoriale: manipolatore delle emozioni o visionario intellettuale? Pornografo dell’anima o rigoroso investigatore della morale umana? Quella che rimane certa è la forza di questo lavoro, ormai a trent’anni dalla sua uscita rimasta intaccata.

lunedì 23 Giugno <125R>04:00

Bess ha deciso di sposare Jan, tecnico su una piattaforma petrolifera, nonostante il parere contrario degli anziani della comunità che non apprezzano l’ingresso di un ‘estraneo’. Bess, che ha un dialogo interiore con Dio, ama Jan con tutta se stessa, corpo e anima. Un giorno lui rimane vittima di un incidente sul lavoro che lo immobilizza per sempre su un letto. Chiede allora a Bess di rifarsi una vita perché la comunità non le consentirà mai di divorziare: deve fare l’amore con un uomo e poi descrivere a Jan quanto accaduto. A lui sembrerà di rivivere sensazioni che non può più provare. Bess inizialmente oppone resistenza ma poi decide di cedere. Per amore.

«Quando frequentavo la scuola di cinema, gli insegnanti ci dicevano che tutti i film riusciti sono caratterizzati da una qualche forma di umorismo. Tutti i film, tranne quelli di Dreyer! Molti dei suoi film sono  completamente “ripuliti” e spogliati dell’umorismo. In un certo senso, si potrebbe dire che, quando si impregna un film di umorismo, si stabilisce una certa distanza da esso. Si crea una distanza. Con questo film, non volevo prendere le distanze dalle emozioni contenute nella trama e nei personaggi. Penso che questo forte coinvolgimento emotivo sia stato molto importante per me, perché sono cresciuto in una famiglia – una famiglia culturalmente radicale – dove le emozioni forti erano proibite. I membri della mia famiglia a cui ho mostrato il film sono stati molto critici al riguardo. Forse “Le onde del destino” è la mia ribellione adolescenziale…» (Lars Von Trier)

«Le onde che Lars Von Trier ha fatto diventare cinema in questa prima opera della sua trilogia al femminile sono (in positivo) quelle prodotte dalle vibrazioni del cuore e del cervello e in negativo quelle di chi è incapace di comprendere cosa sia la bontà e in cosa consista l’amore. Vedendo questo film in cui la macchina da presa diventa essa stessa oggetto di vibrazioni, di sussulti, di trasalimenti, di piacere e di dolore, lo spettatore che sappia staccarsi dalla rassicurante ripetitività di tanto cinema potrà comprendere perché la Giuria di Cannes ’95 gli abbia assegnato il Gran Premio. Le onde del destino è la storia di una follia pura, di un amore il cui unico scopo è il donarsi e forse, proprio per questo, è una vicenda che ci interroga ponendoci costantemente dinanzi al quesito di fondo: cosa saprei fare per amore? Von Trier ce lo chiede in modo provocatorio sia sul piano della sceneggiatura che su quello delle riprese. Bess, la giovane donna che non agisce mai ‘contro’ ma ‘per’, è uno di quei personaggi destinati a rimanere nella storia del cinema o perché amati o perché detestati ma che sicuramente non lasciano indifferenti.» (Giancarlo Zappoli, Mymovies.it)