life, animated

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life, animated

un film di Roger Ross Williams
con Jonathan Freeman, Gilbert Gottfried, Owen Suskind, Ron Suskind
soggetto: Ron Suskind (basato sul libro di)  sceneggiatura: Roger Ross Williams
montaggio: David Teague ● fotografia: Tom Bergmann
musica: T. Griffin, Dylan Stark
distribuzione: I Wonder Pictures e Fil Rouge Media
Stati Uniti, 2016, 91 minuti

v.o. in inglese sottotitolata in italiano

Sundance FF, miglior documentario San Francisco IFF, Miglio Documentario
1 nomination ai Premi Oscar e 1 nomination ai London Critics.

L’incredibile storia di formazione di un ragazzo autistico coincide con l’avventura universale della crescita di tutti noi, solo più intensa.

Roger Ross Williams è stato il primo regista afroamericano a vincere un Oscar: nel 2010 ha infatti portato a casa la statuetta per Music by Prudence (Miglior soggetto per un documentario breve)

All’età di tre anni, Owen Suskind, anziché progredire col naturale sviluppo delle abilità motorie e cognitive, cominciò a subire una sorta di regressione, smise di parlare, se non attraverso un borbottio continuo e incomprensibile, e si chiuse sempre più in se stesso, con la sola compagnia dei classici Disney, fino a rendersi del tutto irraggiungibile dai suoi stessi genitori. La diagnosi di autismo, che dopo un tour di specialisti venne appuntata definitivamente al caso di Owen, gettò la famiglia nella disperazione, finché un giorno, il padre non si accorse che c’era un modo di comunicare col piccolo, parlando il linguaggio dei personaggi dei film.
Si apre così una breccia nel muro fatto di una sostanza sconosciuta ma apparentemente inscalfibile che relega Owen fuori dalla società e da una prospettiva di futuro. Appare sempre più chiaro che, conoscendo ogni battuta a memoria, il ragazzo è in grado di utilizzare i film d’animazione e le avventure che interessano i loro personaggi per orientarsi nei fatti della vita e dare un nome alle proprie emozioni.

«Inizialmente incontrai Owen quando era molto giovane, ma solo brevemente. Sapevo già che i Suskind erano una famiglia speciale, ma non sapevo cosa aspettarmi andando avanti con questo progetto. Arrivai con le mie sole sensazioni, sempre sentendomi a disagio, ma presto le cose sono cambiate. La cosa più bella del girare documentari è che hai il lusso del tempo, e io ho potuto conoscere Owen durante quel tempo. Le mie percezioni sono cambiate enormemente. Io stesso sono un sognatore, come ogni storyteller. E nessuno ama il potenziale trasmutativo in una storia quanto Owen Suskind. Lui capisce la bellezza di una storia o di una favola in una maniera che poi diventa di grande ispirazione per un filmmaker. (…) Ho finito per amare il modo in cui Owen assimila i media. Ha guardato dentro lo schermo di un televisore per la sua intera vita e conosce a memoria le parole di ogni film Disney mai girato. Non solo li conosce profondamente, li usa anche per decifrare il funzionamento del mondo e, cosa più importante, quanto ciascuno sia importante per far funzionare le cose. (…) Nella comprensione di Owen della storia, tutti contano, ognuno è indispensabile a ciò che accade e tutti hanno il diritto di rivendicare una parte della storia come propria. Questa è la bellezza della storia che ho imparato da Owen Suskind.» (Roger Ross Williams)

«Il regista americano ci regala un ritratto umano e anche familiare in grado di toccare e accarezzare le corde di chiunque, anche quelle dei cuori più gelidi. (…) In tal senso, un film come Life, Animated ci dimostra ancora una volta che si può parlare della “malattia” anche con registri che non siano per forza di cose quelli del dramma, avvalendosi di toni più leggeri e ironici, ma mai offensivi e superficiali. (…)
Il cineasta americano firma un’opera che viaggia sui binari della favola e del diario. Per farlo si affida completamente alle parole e alla forza intrinseca delle immagini, sia delle animazioni dei grandi classici di Walt Disney (da La Sirenetta a Peter Pan, da Dumbo a Bambi, passando per Aladdin, Fantasia e Pinocchio) che di quelle realizzate appositamente per il film, di diverso stile ma di ottima fattura (bianco e nero a bozzetto), Il loro perfetto mix rappresenta il vero punto di forza di un’opera che conquista e appassiona, che speriamo trovi presto una distribuzione nel poco lungimirante mercato nostrano.» (Francesco Del Grosso, Cineclandestino)