LUMINA

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LUMINA

un film di Samuele Sestieri
con Carlotta Velda Mei, Matteo Cecchi, Laura Sinceri, Vasile Morosan
sceneggiatura: Pietro Masciullo, Samuele Sestieri ● fotografia: Andrea Sorini
montaggio: Fabio Bobbio ● musiche: Virginia Quaranta
produzione: Studio Ma.Ga. di Sestieri e Pietro Stori, in associazione con Il Varco
distribuzione: Samuele Sestieri
Italia, 2021 ● 105 minuti

v.o. italiano

2021 IFFR: Bright Future ● Mostra del nuovo cinema di Pesaro

giovedì 24 novembre proiezione speciale
in sala il regista Samuele Sestieri

mistero, tecnologia e sentimento sono gli ingredienti alla base di questo viaggio ermetico e singolare, oggetto di difficile incasellamento e proprio per questo dal fascino contagioso: il giovane Samuele Sestieri sfrutta tutti gli ingredienti del cinema, dalla fotografia alla fondamentale colonna sonora, per regalare allo spettatore un’esperienza emotiva e imprevedibile.

Una donna misteriosa si risveglia su una spiaggia deserta. Vaga tra ruderi e macerie, percependo la memoria degli oggetti. Come una fonte di energia è in grado di riattivare dispositivi tecnologici spenti da tempo.
In una città fantasma la donna accede all’archivio digitale dello smartphone appartenuto ad un ragazzo chiamato Leonardo. Apprende così il linguaggio delle immagini e dei suoni e, attraverso i video della relazione fra Leonardo e la sua fidanzata, conosce l’amore.

«Lumina per me ha sempre rappresentato una fiaba moderna sull’amore e sulle immagini. Inizia come un documentario di fantascienza per trasformarsi in un racconto di formazione molto intimo e personale. Alla base del film c’è la fede in un cinema povero e fieramente low budget che utilizza i fantasmi architettonici del nostro paese per inscenare il peso della perdita, dell’assenza e del vuoto.
La protagonista tocca gli oggetti come fossero riattivatori di memoria, unici custodi di un passato dimenticato: ogni inquadratura vuole essere un atto d’amore nei suoi confronti, un tentativo di poter ricostruire il sentimento a partire da questi occhi che vedono per la prima volta. Lei è la fonte di energia che riporta luce a un mondo di rovine.» (Samuele Sestieri)

«Cosa è, dunque, Lumina, al di là dei suoi significati più o meno nascosti? Un fantasy? Può essere, perché assistiamo a prodigi, attraversiamo un mondo altro insieme alla protagonista, entriamo con lei in un tunnel misterioso sulle inquietanti note della (bellissima) colonna sonora di Virginia Quaranta, ascoltiamo provenire da un altrove indefinito la struggente Mr. Lonely, capolavoro del 1962 di Bobby Vinton (e il 33 giri da cui proviene, Roses Are Red and Other Songs for the Young and Sentimental, pare una sintesi efficace dell’intero progetto Lumina). È forse fantascienza? Può essere anche questo, se intendiamo il tutto come un lontano futuro in cui un essere misterioso plana su una spiaggia e impara pian piano a conoscersi/conoscerci, maturando il desiderio di dare corpo alle voci e calore agli abbracci. È un film onirico? Senza dubbio, ed è forse la “soluzione” che a noi piace di più, un labirinto dimensionale dove l’oggetto mostrato è quello sognato e non per forza il sognatore, dove la compresenza di luoghi, epoche e sensazioni all’interno della stessa inquadratura riprende il montaggio interno impossibile dell’attività cerebrale di ciascuno di noi, in quella fase di vita/non vita che inizia appena si chiudono le palpebre e la coscienza ci abbandona.» (Donato D’Elia, quinlan.it)