MEMORIE DI UN ASSASSINO

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MEMORIE DI UN ASSASSINO
Salinui chueok

un film di Bong Joon Ho
con Kang-ho Song, Kim Sang-Kyung, Roeha Kim, Song Jae-ho, Byun Hee-Bong, Ko Seo-hie
sceneggiatura: Bong Joon Ho, Shim Sung-bo ● fotografia: Kim Hyung-koo
montaggio: Kim Sun-Min ● musiche: Tarô Iwashiro
produzione: CJ Entertainment, Muhan Investment, Sidus
distribuzione: Academy Two
Corea del Sud, 2003 ● 131 minuti

v.o. coreano con sottotitoli in italiano

2003 Torino FF: miglior film e miglior sceneggiatura
Busan Film Critics Association: Miglior regista e sceneggiatura

dal regista premio oscar Bong Joon Ho, sull’onda del successo di Parasite, arriva finalmente in sala la sua seconda opera 17 anni dopo la sua realizzazione. Una delle più belle cacce a un serial killer.

Gyeonggi, 1986. Il cadavere di una ragazza violentata scatena le indagini dell’inadeguata polizia locale, intenta più a cercare un capro espiatorio che a trovare il vero colpevole. Gli omicidi si susseguono inarrestabili e un ispettore arriva da Seoul per fare luce sul mistero. Il volto di Song Kang-ho, uno dei migliori attori della sua generazione, guarda in camera attonito e si rivolge direttamente a noi, smarriti e confusi, pieni di “perché”. Come è possibile che l’uomo possa compiere atti simili? O forse, se una nazione intera vive all’insegna della violenza e dell’ingiustizia, quanto avviene non è che una naturale conseguenza?

«Mi piacciono molto i film polizieschi. In effetti, anche Barking Dogs Never Bite è una specie di film poliziesco. Memorie di un assassino ha iniziato a formarsi nella mia mente grazie a questa descrizione. “In un pomeriggio assolato, il corpo nudo di una donna brutalmente assassinata viene trovato in una cittadina quieta e pacifica.” Paradossalmente, ho scoperto che le condizioni reali di un caso di omicidio non si conformano alle convenzioni del genere giallo. Solo una storia come quella di “Il silenzio degli innocenti” ha permesso di realizzare un thriller intellettuale che mette l’uno contro l’altro il detective e il criminale. Nella realtà di solito questo non accade. E io desideravo mostrare la realtà – così com’è, in cui il comico coesiste con l’orribile.” » (Bong Joon-Ho)

«In mezzo a tanto cinema autocritico sugli anni bui della Corea del Sud, Memories of Murder si staglia come l’exemplum ideale per restituire il clima di ignoranza e violenza sotto il regime militare nella provincia più sperduta, mantenendo sullo sfondo – anziché giudicando in maniera didascalica – le aberrazioni del governo. […] La fotografia di Kim Heong-gyu sottolinea il clima malsano di Gyeonggi: un abisso di pessimismo sulla natura umana dove è bandita ogni forma di redenzione ma soprattutto di comprensione. Uno dei capolavori della Corea di inizio millennio, oltre che un clamoroso successo di pubblico.» (Emanuele Sacchi, mymovies.it)