ORLANDO

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ORLANDO

un film di Sally Potter
con Tilda Swinton, Billy Zane, Lothaire Bluteau, Charlotte Valandrey
sceneggiatura: Sally Potter ● soggetto: Virginia Woolf ● fotografia: Aleksei Rodionov
montaggio: Hervé Schneid ● musiche: Sally Potter, Bob Last, David Motion
produzione: ADVENTURE PICTURES LTD (LONDON) – MIKADO FILM
distribuzione: Lucky Red
Gran Bretagna, Italia, Francia, 1992 ● 97 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

1992 Mostra del cinema di Venezia: concorso

Capolavoro della regista inglese, ORLANDO interroga e ci interroga sull’essenza del nostro spirito oltre l’assegnazione sessuale, sulla ricerca della felicità oltre le diseguaglianze sessuali, sulle possibilità di vivere serenamente con se stessi oltre la forma che abbiamo. Un film importante che mescola la forma dei film classici, la ricercatezza dei film letterari, le scelte visive e sonore del cinema più sperimentale, e l’audacia della controcultura gay di fine anni ’80.

Orlando è la storia di un viaggio nel tempo in cui si narra di un individuo vissuto per quattrocento anni. Durante il regno di Elisabetta I, Orlando, giovane e ricco nobiluomo, vive nelle grazie della sovrana. Alla morte della regina si innamora follemente di una principessa russa. Quando lei lo abbandona, Orlando si improvvisa poeta ma l’esito sarà disastroso al punto da convincerlo a seguire il suo destino sino ai deserti del l’Asia Centrale. Qui, in piena guerra, cambia sesso e si ritrova, nel Settecento, a essere donna nel mondo austero dei salotti di Londra. Nel clima di fermento e di repressione dell’Inghilterra vittoriana, dovrà fare una scelta: sposarsi o perdere l’eredità.

«Ho lavorato nella convinzione che il pubblico conosce dall’inizio che qui c’è una donna che interpreta un uomo, così la cosa da fare è riconoscerlo e cercare di ricreare uno stato di sospensione d’incredulità… Come regista ho lavorato per aiutare Tilda ad acquisire una qualità di trasparenza sullo schermo. La sfida maggiore per entrambe era mantenere il senso di sviluppo del personaggio anche quando le riprese non ne rispettavano la continuità e con il finale ancora impreciso. L’intenzione era che avremmo dovuto trovare una qualità continua nel divenire del personaggio che potesse giungere a sospendere l’incredibilità circa maschilità, femminilità, immortalità.» (Sally Potter)

«Un film importante, che prende spunto da un romanzo di Virginia Woolf. Le problematiche della scrittrice non sottointendono verità e messaggi universali, sono manifestazioni dolorose di impotenza, di ambiguità generali dal sesso al pensiero, e di sensazioni di inutilità di tutto, perchè nulla ha un’origine autentica e un autentico destino. Sostanzialmente non è cosa che riguardi molti. Ma Sally Potter costruisce intorno al dolore creativo e letterario un film ricco e colto, con una ricercatezza addirittura morbosa in alcune situazioni e con soluzioni impreviste e improvvise, che spesso danno la sensazione di qualcosa di nuovo nel cinema, dove tutto sembra esser già stato esplorato.» (mymovies.it)