
PATAGONIA
un film di Simone Bozzelli
con Andrea Fuorto, Augusto Mario Russi, Elettra Dallimore Mallaby
sceneggiatura: Tommaso Favagrossa, Simone Bozzelli ● fotografia: Leonardo Mirabilia
montaggio: Christian Marsiglia ● musiche: Leone Ciocchetti, Daniele Guerrini
produzione: Wildside
distribuzione: Vision Distribution
Italia, 2023 ● 112 minuti
v.o. in italiano
2023 Locarno FF: concorso
LUNEDì 18 SETTEMBRE ORE 21.30 PROIEZIONE SPECIALE:
IN SALA IL REGISTA SIMONE BOZZELLI
e l’interprete Andrea Fuorto
DOMENICA 24 SETTEMBRE ORE 21.30
COLLEGAMENTO SKYPE CON IL REGISTA SIMONE BOZZELLI

un cinema erotico e carnale, forte di una visione giovane eppure già focalizzata e personale, che riflette sui legami umani e sulle gabbie fisiche e morali che ci ostacolano nella nostra realizzazione.
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Yuri, ragazzo rinchiuso in una vita senza scintille da una zia che lo tratta come un bambino, trova in Agostino, un girovago già uomo ma con lo spirito di un ragazzino, la spinta ad andarsene e a lasciarsi dietro una gabbia di troppo amore e un noioso paese della costa abruzzese. Reclutato come assistente da Agostino, animatore di feste di compleanno per bambini, sale sul suo camper e inizia una vita nomade. Lungo le strade del centro Italia, tra una sigaretta, una canna e un CD che si blocca, tra Agostino e Yuri nasce un rapporto ambiguo fatto di premi e punizioni e la promessa di un viaggio nella terra del fuoco, in Patagonia. Ma prima bisogna lavorare, guadagnare. A lavorare, però, è sempre più Yuri, soprattutto quando Agostino spegne il camper in un villaggio dove si fa sempre festa a suon di techno. Così per Yuri la Patagonia diventa sempre più lontana e il rapporto con Agostino sempre più claustrofobico, come le pareti di quel camper.
«La cosa di questo film che più mi interessava era il fatto che spesso questo tipo di relazioni viene raccontato con un uomo come carnefice e la donna come vittima. Quando c’è un sentimento tossico di sfruttamento l’uno dell’altro, la dinamica della narrazione non solo cinematografica viaggia su quel binario. La cosa su cui ho voluto ragionare è che non è tanto e non solo un problema di genere, quanto di potere tra le persone, di voglia di instaurare, di soggiogare l’amore a determinate logiche. Mi interessava il fatto che Yuri ad un certo punto diventasse una sorta di casalinga anni ’50 che stava nel camper a cucinare le polpette e che non potesse essere facilmente identificabile in uno stereotipo. È come un liquido di contrasto che ti fa vedere le cose in una maniera diversa, più interessante.» (Simone Bozzelli)
« (…) ciò che colpisce di Patagonia è come sia tutto così spaventosamente ancorato alla realtà del profilmico, ciò che si trova davanti alla mdp del regista. Ci spaventa perché la radiografia di un piccolo angolo di mondo che sogna in grande ma che non ha la minima intenzione di abbandonare la propria gabbia, in fondo, non lo sentiamo così lontano da noi. Gli unici a scappare sono gli animali, gli esseri umani sono schiavi della propria tossicità, degli agonizzanti rapporti di amore ed odio, di dipendenza e controllo che Bozzelli riprende da vicino, forse troppo vicino.» (Giorgio Amadori, Sentieriselvaggi.it)