
POWAQQATSI
un film di Godfrey Reggio
sceneggiatura: Godfrey Reggio e Ken Richards
fotografia: Graham Berry, Leonidas Zourdoumis
montaggio: Iris Cahn, Alton Walpole ● musiche: Philip Glass
produzione: Golan-Globus Productions, NorthSouth, Santa Fe Institute for Regional Education
distribuzione: Park Circus
Stati Uniti, 1988 ● 99 minuti
no dialoghi

dopo Koyaanisqatsi, Powaqqatsi vede il ritorno della collaborazione fra il regista Godfrey Reggio e il compositore Philip Glass, per un’opera ancora una volta votata al puro connubio fra immagini e musica. dopo l’indagine sulla natura, è la volta del rapporto fra lo sviluppo tecnologico occidentale e la vita nei paesi che ne subiscono le conseguenze.
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Un’indagine sul rapido sviluppo tecnologico di paesi dell’Asia, dell’Africa e del sud America, che esplora l’effetto della loro transizione verso una “modernità” di stampo occidentale.
«Powaqqatsi (dalla lingua Hopi “powaq”, che significa stregone, e “quatsi”, cioè vita) identifica un’entità che consuma le forze vitali degli altri esseri per mantenersi in vita. La sequenza di immagini pubblicitarie che separa le due parti del film, mostra la natura seducente di questo stregone. Il modo in cui agisce un powaqqa, uno stregone nero, è attraverso la seduzione e l’allettamento. Non si tratta di un’aggressione frontale, ma subdola. È il modo in cui opera la tecnologia: crea desideri che divengono necessità, ci illude di abitare nel migliore dei mondi possibili. Ed è questo che intendo parlando di bellezza della bestia.» (Godfrey Reggio)
«Godfrey Reggio, sempre con l’aiuto della colonna sonora di Philip Glass, questa volta sposta il suo minimalismo estatico sulla disuguaglianza tra Nord e Sud del mondo, volendo mostrare come la ricchezza del primo si basi sulla povertà del secondo.» (Redazione, Longtake.it)