PROFONDO ROSSO

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PROFONDO ROSSO

un film di Dario Argento
con Daria Nicolodi, David Hemmings, Gabriele Lavia, Eros Pagni, Macha Méril
sceneggiatura: Dario Argento e Bernardino Zapponi ● fotografia: Luigi Kuveiller
montaggio: Franco Fraticelli ● musiche: Giorgio Gaslini e i Goblin
produzione: Rizzoli Film e Seda Spettacoli
distribuzione: Istituto Luce
Italia, 1975 ● 126 minuti

v.o. italiano

L’estate del Beltrade si tinge dei colori profondi, allucinati e inquieti di Dario Argento con quattro dei suoi titoli più celebrati e acclamati: un’occasione per riscoprire il maestro del brivido italiano nella sua stagione più fertile e produttiva.

una delle vette del thriller mondiale in cui il regista ci trasporta in un giallo visionario e labirintico. Un enigma alla soglia dell’astratto, realizzato con una regia assolutamente libera di esplorare i meandri dell’inconscio e dell’irrazionale. Tra l’onirico e l’ipnotico, l’efferato e il musicale, Profondo Rosso costituisce ancora oggi un’esperienza cinematografica insuperabile.

Il pianista jazz Marcus Daly (David Hemmings) assiste casualmente all’omicidio della medium Helga Ullman (Macha Méril), ma senza riuscire a riconoscere l’assassino. Coinvolto dalla giornalista Gianna Brezzi (Daria Nicolodi) decide di indagare, venendo trascinato in una spirale di avvenimenti e scoperte a cui fa da sfondo una Torino spettrale e minacciosa.

«La mia intenzione era quella di costruire un ordigno narrativo che, in un crescendo di violenza domestica e orrore urbano, potesse rendere insostenibile – e insieme magnetico – il percorso emotivo dello spettatore nell’intricato puzzle della trama. […] Io mostravo omicidi che erano pura estetica, mettendoli in scena come se fossero delle feste di morte. Certo, anche i miei erano degli assassini, ma per ciascuno di loro mi sono sempre impegnato a rintracciare motivazioni sepolte nell’inconscio.» (Dario Argento)

«Un luogo dove tutto può cospirare affinché il delitto si compia […] Profondo rosso è un labirinto partendo dal cui centro si possono trovare mille percorsi eccitanti per arrivare all’uscita.» (Davide Pulici, Nocturno)