
HONEYDEW – THE END OF ILLEGALITY
un film di Marco Bergonzi, Michael Petrolini
sceneggiatura: Marco Bergonzi, Francesco Cibati, Michael Petrolini
fotografia: Marco Bergonzi, Michael Petrolini
montaggio: Francesca Sofia Allegra, Jacopo Quadri ● musiche: Riccardo Nanni
produzione: Indyca Film, Rai Cinema
distribuzione: Indyca Film
Italia, 2024 ● 89 minuti
v.o. inglese con sottotitoli in italiano
Festival dei Popoli 2024: in concorso

Un viaggio nell’evoluzione di una comunità rurale sorta tra le colline del nord della California negli anni Settanta, in un’epoca segnata dalla controcultura, e stravolta irrimediabilmente dalla legalizzazione della marijuana e dal dominio del mercato.
21:30
Honeydew è una località sperduta nel mezzo della California. Qui alla fine degli anni ’70 si sono ritrovati spontaneamente un gruppo di persone con un passato diverso ma con lo stesso sogno per il futuro: vivere una vita libera da qualsiasi costrizione sociale, formale, politica. Honeydew accoglie chiunque abbia bisogno di un posto per sentirsi a casa. Maureen, oggi energica sessantenne, e i suoi compagni di avventura difendono una comunità in cui la propria libertà non interferisce con quella altrui, ci si aiuta solo quando ce n’è bisogno e l’autonomia personale rimane la parola d’ordine dell’intero ecosistema. Ogni Eden però ha un angolo d’ombra, e Honeydew non è diverso dagli altri. I suoi abitanti per arrotondare hanno approfittato delle condizioni ambientali particolarmente favorevoli per accostare alla coltivazione più canonica di ortaggi, quella della cannabis. Un piccolo aiuto che si sono dati per arrotondare, una coltivazione sostenibile e venduta a pochi intenditori, che li ha aiutati a rimanere ancora più estranei al mondo. Ma con la legalizzazione Honeydew diventa la meta preferita di quegli imprenditori che vogliono approfittare del nuovo sistema per fare business. Insieme a loro Cody, nato e cresciuto a Honeydew, stanco di sentirsi ai margini del mondo, approfitta delle nuove leggi mentre Maureen e gli altri cercano, ognuno a modo suo, di preservare quello che rimane del proprio paradiso.
«Il film è un po’ una denuncia anti-capitalista, al fatto che il tentativo di andare contro il sistema viene quasi sempre sabotato in tutti i modi e spesso le fragili utopie come quella di Honeydew vengono travolte in nome del profitto. Il film però apre anche uno spiraglio sulle future generazioni: le storie di resistenza e trasformazione possono insegnare. Sono una fucina di riflessioni sul cambiamento dei valori, sull’economia alternativa e sull’impatto delle politiche ambientali.» (Michael Petrolini)
«Bergonzi e Petrolini ci introducono in punta di piedi in una comunità che alcuni avrebbero messo e continuerebbero a mettere all’indice. Ma le cose sono cambiate. (…) Il loro obiettivo è quello di mostrarci come i mutamenti di costume abbiano finito con il mutare la vita delle persone i cui nomi compaiono sullo schermo. Erano giunti a Honeydew spinti dalle più diverse motivazioni. Chi come madre single con due bambine, chi in cerca di una cesura netta con la società consumistica, chi perché hippie o magari addirittura con ideali conservatori. Ognuno aveva preso a fare il coltivatore di una pianta proibita che richiedeva cure ed attenzioni e che, una volta immessa sul mercato illegale, rendeva bene sul versante economico. » (Giancarlo Zappoli, Mymovies.it)