ROBERTO ROSSELLINI, PIÙ DI UNA VITA
un film di Ilaria de Laurentiis, Raffaele Brunetti, Andrea Paolo Massara
sceneggiatura: Ilaria de Laurentiis, Raffaele Brunetti, Andrea Paolo Massara
montaggio: Ilaria De Laurentiis ● musiche: Mattia Leonardi, Ruggerio Catania
produzione: B&B Film, Rai Cinema, VFS Films
distribuzione: Fandango
Italia, Lettonia, 2025 ● 96 minuti
2025 Festa del Cinema di Roma: Concorso Progressive Cinema – Premio del Pubblico
proiezione speciale lunedì 3 novembre ore 19.00
in collegamento Isabella Rossellini

Viaggio affascinante e inconsueto nella psiche e nel mondo di un genio, costruito interamente su materiali d’archivio in gran parte inediti provenienti da archivi internazionali, Roberto Rossellini, più di una vita offre un ritratto insolito del regista, liberandolo da quei cliché che lui stesso rifuggiva e che ne hanno irrigidito il mito.
19:00
Il racconto della rinascita del più dibattuto regista cinematografico. Osannato e poi duramente criticato, Roberto Rossellini a 50 anni fa testamento e parte per l’India, con 100 chili di spaghetti nel bagaglio. Inizia così la sua nuova appassionante stagione, ossessionato dalla conoscenza e affascinato dalla neonata televisione, che i suoi colleghi cineasti snobbano. Una nuova rivoluzione attende il mondo del cinema, e non solo… Il film procede su un doppio registro: da un lato le tracce pubbliche che ne ricostruiscono la presenza nella storia del cinema; dall’altro un tessuto di voci fuori campo – tratte da scritti originali – che ne rivelano l’intimità e la visione. Lettere e testi autobiografici danno corpo a un controcanto interpretato da Sergio Castellitto (Rossellini), Kasia Smutniak (Ingrid Bergman), Isabella e Renzo Rossellini, François Truffaut, Tinto Brass e Vinicio Marchioni (Aldo Tonti). Tra interviste televisive, dibattiti radiofonici e conferenze, emerge la figura di un artista rivoluzionario, irriverente e contraddittorio: appunto, più di una vita.
«Ci interessava liberare Rossellini dalle etichette in cui lui stesso in vita si sentiva ingabbiato, e di cui ancora oggi ne soffrirebbe. Questa etichetta di padre del neorealismo proprio non se la sentiva: è stata la spinta, sua per i suoi venti ultimi anni di vita, nostra per realizzare questo film. […] Quello che ci piacerebbe che passi è la sua idea di uomo, che è poi il concetto che lui ha inseguito per tutta la vita: “Non sono un cineasta, anche se me la cavo piuttosto bene”, diceva, “il mio è un mestiere di uomo”. E forse questi ultimi venti anni di vita sottolineano più di tutti questa esigenza di sentirsi libero dall’etichetta di grande regista e di soddisfare la sua fame di conoscenza.» (Ilaria de Laurentiis, Raffaele Brunetti, Andrea Paolo Massara)
«(…) un attento lavoro di montaggio, in cui confluiscono materiali di diversa natura che tratteggiano una figura straordinaria di una caratura intellettuale difficile da inquadrare. Un autore come Roberto Rossellini manca tantissimo nel dibattito attuale del cinema italiano, non solo per il talento da regista ma per la curiosità sconfinata che lo ha sempre caratterizzato. Sempre pronto a mettersi in dubbio e ad attaccare l’industria cinematografica con un concetto ben chiaro: “il cinema è solo una questione morale”. » (Federico Rizzo, Sentieri Selvaggi)

