ROOM 999

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ROOM 999

un film di Lubna Playoust
con Wim Wendees, David Cronenberg, Joachim Trier, Asghar Farhadi,
Olivier Assayas, Paolo Sorrentino, Rebecca Zlotowski, Ruben Östlund, Alice Rohrwacher
fotografia: Marine Atlan
montaggio: Nicolàs Longinotti ● musiche: Pierre Rousseau
produzione: MK Productions
distribuzione: CG entertainment in collaborazione con Barz and Hippo
Francia, 2023 ● 85 minuti

v.o. francese, inglese con sottotitoli in italiano

2023 festival di cannes: fuori concorso
festa del cinema di roma

proiezione speciale lunedì 6 maggio ore 21.30
in sala la regista Lubna Playoust insieme alla regista Marina Spada
per un confronto sul futuro del cinema e sulle criticità che stanno investendo le scuole civiche
modera l’incontro Matteo Marelli di Film TV

40 anni dopo Room 666, ecco Room 999 di Lubna Playoust. Siamo sempre a Cannes, stavolta nel 2022, e la domanda è sempre quella: come sta il cinema? è vero che sta morendo? la regista pone la questione a una nuova generazione di registi e registe, tra cui Wim Wenders, David Cronenberg, Asghar Farhadi, Olivier Assayas, Paolo Sorrentino, Rebecca Zlotowski, Ruben Östlund, Alice Rohrwacher.

lunedì 6 Maggio
21:30

martedì 7 Maggio
13:10

Nel 1982, Wim Wenders chiese a 16 suoi colleghi registi di parlare del futuro del cinema, dando vita al film Room 666. Ora, 40 anni dopo, a Cannes, la regista Lubna Playoust pone a una nuova generazione di registi la stessa domanda: il cinema è un linguaggio che sta per perdersi, un’arte che sta per morire?

«Non ricordo bene come ne ho sentito parlare per la prima volta. Forse è stato menzionato da qualcuno nel corso di una conversazione. È uno dei film meno conosciuti di Wim Wenders. Un buon numero di cinefili lo sta scoprendo adesso. Da allora è diventata per me un’opera di riferimento, una fonte da cui raccogliere idee, un po’ come Scolpire il Tempo di Andrej Tarkovskj. La mia reazione al film e il mio interesse per il cinema si sono evoluti simultaneamente. Ad ogni nuova visione porto via qualcosa di nuovo. Wenders diceva che si stava aprendo un “buco nero” nella storia del cinema. Era preoccupato che l’estetica televisiva avesse preso il posto dell’estetica cinematografica, che i film si copiassero invece di trarre ispirazione dalla vita, che la tendenza fosse verso i blockbuster a scapito dei “piccoli film”, che erano sempre meno. Era anche preoccupato che i film diventassero immediatamente disponibili in video e che la gente li guardasse a casa invece di andare al cinema. La domanda posta da Wenders negli anni Ottanta era decisamente profetica.» (Lubna Playoust)