SEGNALI DI VITA

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SEGNALI DI VITA

un film di Leandro Picarella
soggetto: Leandro Picarella, Nora De Marchi
fotografia: Andrea José Di Pasquale ● montaggio: Fabrizio Paterniti Martello
musiche: Tomek Kolczynski
produzione: QooMoon
Italia, 2023 ● 105 minuti

v.o. in italiano

Approcciando con occhio rispettoso e curioso il ciclo delle stagioni all’interno di una comunità di montagna, Piccarella riesce a cogliere la dimensione più essenziale e “sacra” di essa e unisce con intelligenza scienza e umanità in un racconto filmico che invita all’empatia e all’ascolto.

A Lignan, villaggio di poche anime nella Valle di Saint-Barthelemy in Valle D’Aosta, un Osservatorio Astronomico scruta i cieli ogni notte. Come un campanile o un faro, il grande telescopio scandisce il tempo della piccola comunità montana. In autunno, l’astrofisico Paolo Calcidese, si trasferisce nella struttura come unico custode e abitante per portare avanti le proprie ricerche scientifiche e sperimentare nuove tecnologie. A causa di un incidente tecnico, però, sarà costretto a mettere da parte gli astri e la solitudine per dedicarsi ad altre forme di vita finora non considerate: gli esseri umani.

«Segnali di vita è un film sull’empatia, sul bisogno degli altri per comprendere noi stessi. Partendo dal lavoro di un astrofisico incaricato di realizzare un questionario sulle false concezioni scientifiche, il film si concentra sul suo bisogno di relazioni, di contatto e di comunità. È sempre stato importante per me raccontare la realtà di confine, convinto che proprio in queste linee di frontiera si possa comprendere tanto del mondo in cui viviamo. Dopo anni difficili, in cui la distanza dagli altri è diventata anche distanza da noi stessi, era importante per me raccontare storie semplici, di umanità e di incontri.» (Leandro Picarella)

«Il cinema cristallino di Leandro Picarella assomiglia a poco altro. Sì, potremmo anche trovar dei nomi, Olmi, ad esempio. Ma il suo sguardo si libera e ci libera costantemente dai riferimenti. A volte, sembra avere una propensione al facile, l’incoscienza dell’ingenuità. Ma è l’altra faccia della sua vocazione fiabesca. La verità è che Picarella sfiora con delicatezza una serie di questioni dense, pesanti. Alcune fuori moda, forse. Ma proprio per questo necessarie. La scienza e la fede, il concreto della materia e la verità dello spirito, il nostro rapporto con la tecnologia e le nuove prospettive (irresistibili i dialoghi tra Paolo e il robot Arturo), ma soprattutto il rapporto con gli altri e con il profondo di sé stessi. E la semplicità di tono di Picarella sembra venire da secoli di saggezza e di conoscenza.» (Aldo Spiniello, Sentieri Selvaggi)