
TàR
un film di Todd Field
con Cate Blanchett, Noémie Merlant, Nina Hoss
sceneggiatura: Todd Field ● fotografia: Florian Hoffmeister
montaggio: Monika Willi ● musiche: Hildur Guðnadóttir
produzione: Focus Features
distribuzione: Universal Pictures
Stati Uniti, 2022 ● 158 minuti
v.o. inglese, tedesco, filippino, francese con sottotitoli in italiano
2023 Oscar: nomination per miglior film, regia, attrice protagonista, sceneggiatura, fotografia, montaggio
2022 Festival di Venezia: Coppa Volpi per la migliore attrice

magniloquente e trascinante, inquietante e appasionante: tàr si affida ad una performance magnetica di Cate Blanchett per inscenare le eterne dinamiche dei rapporti di potere.
Lydia Tár, considerata una delle più grandi compositrici e direttrici d’orchestra viventi e prima donna in assoluto a dirigere un’importante orchestra tedesca, è all’apice della sua carriera, impegnata sia nella presentazione di un libro che in un’attesissima esibizione dal vivo della Quinta Sinfonia di Mahler. Nel corso delle settimane che seguono, la sua vita comincia a disfarsi: si trova al centro di polemiche sull’abuso di potere esercitato nel proprio ruolo e sulla richiesta di favori sessuali fatta a delle dipendenti in cambio di riconoscimenti professionali.
«Lo sappiamo tutti come funziona quando sono gli uomini ad abusare del loro potere, perché sono gli uomini ad avere il potere, da sempre. Donne e gay sono stati tagliati fuori dai giochi, perciò in qualche modo si può dire che questo film sia una favola, un racconto lontano dalla realtà. Ciò che volevo esplorare era il funzionamento del meccanismo, perché il potere per durare richiede complicità, impone che un sacco di gente rivolga lo sguardo altrove e permetta gli abusi. Siamo così naturalmente portati a voler dominare gli altri… Se avessi fatto un film su un uomo che mette in atto queste dinamiche credo che non sarebbe importato a nessuno, leggiamo storie simili ogni giorno sui giornali, io certamente non sarei andato a vederlo. In quel milieu, il mondo della musica classica, non c’è mai stata una sola donna alla guida di una delle grandi orchestre. Questa è la ragione della mia scelta, perché vorrei che il film sollecitasse domande.» (Todd Field)
«Al cuore dell’indagine di Field si trova il tema sempre più attuale dell’abuso di potere e dell’estrema difficoltà di separare sfera privata e professionale. Quando quest’ultima conduce oltre ogni aspettativa ed espone a continue lusinghe, è possibile mantenere il controllo senza cedere alla tentazione di sostituirsi a Dio e gestire i destini degli esseri umani? Starà allo spettatore valutare se sia giustificato l’odio verso Lydia, cercando di discernere l’artista dalla donna. Ma Field ha il merito di mettere in campo elementi a favore tanto dell’accusa che della difesa, ad esempio illustrando le lezioni tenute da Lydia – sequenza straordinaria – e fortemente incentrate su un nervo scoperto della contemporaneità, la tendenza odierna a mettere in discussione grandi artisti del passato – Wagner, Bach, così come Woody Allen – sulla base della loro vita privata.» (Emanuele Sacchi, Mymovies.it)